Saranno le novità del Modello 730 Precompilato, ma circa la metà dei contribuenti sembra stia rinunciando alle detrazioni fiscali per spese sanitarie da inserire nella dichiarazione dei redditi. D'altra parte la novità introdotta dal governo Renzi sta scombussolando le abitudini degli italiani nel modo di compilare la dichiarazione dei redditi per pagare le tasse, anche perchè non si capisce bene quali controlli ci saranno da parte dell'Agenzia delle Entrate e i timori di errori nella compilazione (ricordiamo che il Modello 730 2015 è solo parzialmente compilato, leggete la guida Come correggere gli errori nella dichiarazione dei redditi per sapere come fare se si sbaglia o ci si dimentica di qualche dato.)
La Fondazione Nazionale Commercialisti, come riporta il Corriere della Sera, ipotizza seriamente che circa 6 milioni di contribuenti non inseriranno le detrazioni fiscali per spese sanitarie nel Modello 730, accettandolo così come arriva con i dati già inseriti: infatti i dati delle spese mediche per farmaci, trattamenti, strumenti medicali ecc...
vanno inseriti dal contribuente e a quanto pare in molti temono di sbagliare o di incappare in ulteriori controlli. Un totale di un miliardo e mezzo di euro lasciati nelle casse dello Stato, che così si papperebbe le detrazioni fiscali di milioni di italiani: che sia questo lo scopo, o uno degli scopi, della dichiarazione dei redditi precompilata? Un po' di complottismo dietrologico non fa mai male...
C'è anche da aggiungere che essendoci una franchigia di 129€ per le spese medico-sanitarie da portare in detrazione, cioè lo sgravio fiscale è del 19% per le somme oltre tale soglia minima, molti lasciano perdere perchè sarebbero pochi spiccioli che non giustificherebbero il costo in più dei servizi di CAF o professionisti per l'assistenza fiscale.
Secondo i calcoli della CGIA di Mestre, nel 2014 la media delle detrazioni fiscali per spese sanitarie è stata 143€, invece i commercialisti affermano 191€. Poco cambia perchè comunque i probabili aumenti delle tariffe per assistenza fiscale (in caso di errori anche CAF e commercialisti pagano davvero salato) potrebbero ridurre fortemente la convenienza degli sgravi, oltre al timore di controlli dell'Agenzia delle Entrate.