Gli ultimi mesi sono stati un pò particolari per il mercato immobiliare. Prima la notizia, non ancora confermata, che Facebook potrebbe un giorno giocare un ruolo importante nella concessione dei mutui, poi la riconferma del ruolo dei notai nella registrazione dei contratti di compravendita immobiliare e infine, l'annuncio del Premier Renzi della data fissata peril funerale di Imu e Tasi: il 16 dicembre.

Se da un lato le tasse sugli immobili sono da sempre le più odiate dagli italiani, dall'altro sono la carta da giocare preferita dai politici che in tempo di elezioni, spesso promettono "abolizioni" che poi finiscono per non effettuare.

Da qui lo scetticismo generale nei confronti delle promesse del Premier -già una volta corretto in merito a tale dichiarazioni dal sottosegretario Zanetti -che continuano a suscitare dubbi e domande anche nei maggiori organi economici europei e non.

I dubbi di Bankitalia, Corte dei Conti e Unione Europea.

I maggiori organi economici d'Italia e dell'Unione Europea non hanno reagito bene alle dichiarazioni di Renzi, affermando, tramite la voce di Ignazio Visco - Governatore della Banca d'Italia, intervistato di recente dal quotidiano Il Foglio - che l'Italia attualmente " ha altre priorità sulla quale concentrarsi".Stando a quanto dichiarato dal Governatore infatti, è giusto mantenere le tasse sulla casa in quanto, a questa sono strettamente collegati i servizi pubblici, che devono in qualche modo pur essere finanziati.

Ignazio Visco ha poi completato l'intervista dichiarando che è più giusto " stabilizzare " e semplificare le imposte sulla casa, in quanto la generale atmosfera d'instabilità vissuta in questi ultimi anni, ha portato sia dei disagi agli italiani che problemi alle casse dello Stato.

Sembra proprio che la comunità Europa abbia bocciato il progetto di Renzi ancor prima che questi arrivi a Bruxelles.

Ma poi, chi ci guadagnerebbe davvero?

Abolizione delle tasse sulla casa, facciamo due conti

Viste le premesse e il caos generale, causato dalle dichiarazioni di Renzi, gli esperti della Cgia di Mestre sono corsi subito ai ripari e, carta e penna alla mano, hanno calcolato a quanto ammonterebbe il risparmio degli italiani dopo l'abolizione di Imu e Tasi, ragruppandoli a seconda delle categorie catastali.

Il risultato di tale studio e a dir poco discutibile in quanto, a guadagnarci maggiormente sarebbero i proprietari di case di lusso. Stando ai calcoli effettuati dagli esperti infatti, i proprietari di case di pregio registrati come prima casa risparmierebbero ben1.830 euro a immobile, seguiti subito dopo dai proprietari di castelli, con un risparmio di 2.280 euro all’anno mentre, la famiglia media risparmierebbe intorno ai 204 €.

Quindi, tirando le somme, il taglio di Imu e Tasi giocherebbe maggiormente a favore dei soggetti " benestanti" : che sia un'altra manovra studiata ad hoc?