Le nuove modalità di pagamento del Canone Rai 2016 continuano ad essere al centro delle attenzioni da parte degli italiani. Infatti, come ormai tutti sappiamo, da quest'anno cambiano le modalità di pagamento del Canone dopo molti anni. Si tratta di un cambiamento voluto fortemente dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che in tale maniera conta di ridurre notevolmente l'evasione di questa imposta che negli ultimi anni è stata superiore al 30%. Da qualche giorno ricordiamo che è possibile inviare all'Agenzia delle Entrate l'autocertificazione per non vedersi attribuire nella bolletta di luglio la prima maxi rata del Canone Rai.

Questo può essere fatto o tramite raccomandata con ricevuta di ritorno entro il 30 aprile oppure per via telematica entro il 10 maggio.

Ecco chi può inviare l'autocertificazione

L'autocertificazione può essere inviata da chi non possiede nella propria abitazione alcun apparecchio atto alla ricezione del segnale televisivo. Inoltre questa autocertificazione per non pagare il Canone Rai 2016 va spedita anche dagli over 75 con reddito lordo non superiore agli 8 mila euro annui, che così come accadeva gli scorsi anni non devono pagare questa imposta. L'autocertificazione può essere inviata anche in tutti quei casi in cui nella medesima famiglia due o più persone sono titolari di un contratto per l'energia elettrica.

In questo caso dunque questo accorgimento serve ad evitare una doppia imposizione in capo al medesimo nucleo familiare.

I dubbi del Presidente dell'Autorità per L'Energia

Nelle ultime ore segnaliamo le parole del Presidente dell'Autorità per L'Energia, Guido Bortoni, che ha affrontato la questione relativa all'inserimento del Canone Rai 2016 nella bolletta della luce di luglio.

Il Presidente ha mostrato qualche perplessità circa i tempi, affermando che si è ancora in tempo ma bisogna fare in fretta, altrimenti il pagamento della prima maxi rata potrebbe slittare ancora. Da questo punto di vista diventa fondamentale l'emanazione del decreto ministeriale che attualmente sta aspettando il parere del Consiglio di Stato.