Inesorabilmente si sta avvicinando la prima delle due scadenze fiscali, che comporterà il pagamento della rata di Imu e Tasi, le due tasse più odiate dagli italiani. A partire dal 2016 però, grazie all'annuale legge di stabilità attualmente in vigore, sono state introdotte alcune novità ed "esoneri" sul pagamento, ma vediamo il tutto nel dettaglio.
IMU e TASI, ecco tutte le novità del 2016
Con l'entrata in vigore della Legge di Stabilità 2016 sono diventati attivi anche alcuni esoneri, tra cui, bisogna ricordare prima di tutto quello sulla Tasi per le abitazioni principali, fatta eccezione per quegli immobili considerati di lusso, ossia appartenenti alle categorie A-1, 8, e 9; per questo motivo, probabilmente risulterà un aliquota pari a zero nell'elenco di quelle deliberate da molti comuni.
Altra importante novità relativa al pagamento del primo acconto della Tasi 2016, in scadenza il 16 giugno, riguarda i cosiddetti fabbricati "merce" che, saranno interessati da un aliquota dell'1 per mille, con possibilità d'arrivare fino al 2,5 per mille.
Anche sulle abitazioni affittate tramite canone concordato sarà possibile usufruire di una riduzione del 25% mentre, per i comodati, l'agevolazione su IMU e TASI sale al 50%.
Pagamento Imu e Tasi per le case in affitto
Come ormai tutti sappiamo il pagamento di Imu e Tasi al 16 giugno non interesserà i proprietari di prima casa mentre invece, le imposte saranno dovute per le seconde case, con alcuni casi particolari. Per quanto riguarda le case in affitto infatti, a seconda del contratto stipulato cambierà la percentuale alla base del calcolo del pagamento: nel caso di locazione con canone concordato, il proprietario dovrà calcolare l'importo dovuto all'erario su una percentuale del 75% mentre, se l'immobile in questione è attualmente in comodato d'uso a parenti, esclusivamente di primo grado, la percentuale di calcolo scende al 50%.
Altro importante particolare per quanto riguarda il pagamento dell'Imu e Tasi per le case in affitto è rappresentato dalla divisione dell'importo, tra il proprietario dell'immobile e l'inquilino: mentre il primo dovrà infatti accollarsi il pagamento dell'intero importo dell'Imu e di una percentuale variabile a seconda della decisione del proprio Comune per la Tasi, l'inquilino dovrà pagare una quota di quest'ultima, che può variare dal 10 al 30%, sempre se non si tratti della sua prima casa.