La lotta contro l'evasione fiscale, male endemico tutto italiano, non conosce soste. L'Agenzia delle Entrate, questa volta, intende mettere in campo il massimo sforzo possibile. A questo scopo ha fatto ricorso a tutte le risorse tecnologiche a sua disposizione per creare un algoritmo in grado di confrontare l'enorme mole di dati presente nel suo archivio rapporti relativi, ovviamente, ai contribuenti e, in pochi passaggi o click del computer, confrontarli con la dichiarazione dei redditi corrispondente. Questo nuovo strumento informatico è già stato ribattezzato Risparmiometro.

Di cosa si tratta

In effetti il Risparmiometro che, ovviamente, non sostituirà, nelle intenzioni dell'amministrazione finanziaria, il più famoso Redditometro , ma molto probabilmente si affiancherà ad esso, parte quest'anno in fase di sperimentazione. Ovviamente, se i riscontri saranno positivi, dal prosiamo anno dovrebbe essere implementato completamente nelle procedure di controllo dell'amministrazione finanziaria. Ma come funziona? E, sopratutto, quali tipologie di contribuenti rischiano di essere soggetti a maggiori controlli da parte dell'Agenzia delle Entrate? Vediamo di fare maggiore chiarezza.

Come funzionerà e chi rischia di più

Come accennato, il meccanismo di funzionamento del Risparmiometro è estremamente semplice.

Viene effettuato un confronto tra la dichiarazione dei redditi del contribuente e la sommatoria delle sue disponibilità presenti sui suoi rapporti di conto corrente bancario o postale. Se questi ultimi risultassero incongruenti rispetto a quanto teoricamente possibile in base alla dichiarazione dei redditi presentata scatteranno i controlli da parte del Fisco.

Come evidenziato anche dal quotidiano Italia oggi, poi, il confronto non avrà ad oggetto solo ed esclusivamente i rapporti di conto corrente ma anche i conti deposito, il possesso di un monte titoli costituito sia da azioni che da obbligazioni. Verranno analizzati anche i rapporti di gestione collettiva del risparmio, l'eventuale possesso di certificati di deposito e buoni fruttiferi, come anche le varie polizze vita sottoscritte o gli acquisti effettuati o le vendite di, cosiddetti, beni rifugio come, ad esempio, l'oro.

Insomma, tutto quello che può rientrare a vario titolo nella categoria Risparmio. Per ora, come detto, il faro è puntato sulle persone fisiche. Dal prossimo anno saranno soggette al Risparmiometro anche le Società.