L'amministrazione finanziaria con proprio provvedimento del 25 giugno 2018 ha approvato i criteri di verifica a cui sottoporre la dichiarazione dei redditi dei contribuenti per valutarne la coerenza con i dati stessi e con le dichiarazioni degli anni passati. Questi controlli preventivi sulle dichiarazioni potrebbero portare a delle richieste di rimborso da parte dell'amministrazione finanziaria, come fa notare la rivista specializzata online "Fisco Oggi".

Tutte le dichiarazioni potrebbero essere oggetto del controllo

Come specifica la rivista online "Fisco Oggi", specializzata in notizie e aggiornamenti dell'agenzia delle entrate, in effetti tutte le dichiarazioni potranno essere oggetto di un controllo preventivo.

Infatti, sotto la lente del Fisco potrebbero passare le dichiarazioni modificate dal contribuente e inoltrate direttamente da lui; ma anche quelle trasmesse attraverso l'ausilio di un sostituto d'imposta, di un professionista abilitato o di un Caf. Ovviamente le uniche a non subire controlli saranno le dichiarazioni precompilate accettate dal contribuente nella forma predisposta dall'Agenzia delle Entrate.

E' la stesse legge a richiedere simili controlli

A stabilire l'opportunità e la necessità dei controlli sulle dichiarazioni dei contribuenti è la legge. Nello specifico, la norma richiamata a questo proposito è l'art.5 comma 3 bis del Decreto legislativo 175 del 2014. In base al testo della norma appena citata, la dichiarazione presentata con modifiche da parte del contribuente potrebbe incidere sulla determinazione del reddito imponibile o sull'imposta.

Oppure presentare degli elementi di incoerenza rispetto ai criteri di redazione stabiliti con provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle Entrate. O, infine, tali modifiche potrebbero consentire al contribuente di ottenere un rimborso d'imposta superiore ai 4 mila euro.

In tutti questi casi l'Agenzia delle Entrate può procedere legittimamente a dei controlli preventivi automatizzati.

L'amministrazione finanziaria può anche decidere di procedere a dei controlli più approfonditi andando ad analizzare le "pezze giustificative" delle modifiche attuate dal contribuente o dal professionista abilitato da lui incaricato.

A tutela del contribuente e della celerità dell'azione amministrativa viene stabilito un massimo di quattro mesi, dalla presentazione della dichiarazione o dall'ultimo giorno utile per la presentazione, entro cui l'agenzia delle entrate può effettuare legittimamente questi controlli preventivi.

In definitiva, l'amministrazione finanziaria verificherà la presenza di significativi scostamenti dei dati presenti nei modelli di versamento. Non solo, verranno vagliati tutti i dati, emessi anche da enti esterni, che possono indicare una rilevante incoerenza. Infine, se nelle dichiarazioni degli anni precedenti sono state accertate delle irregolarità, verranno verificate tutte le potenziali situazioni di rischio che potrebbero indurre il contribuente o chi per lui a reiterare i comportamenti irregolari.