Il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha appena pubblicato sul suo sito istituzionale la Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2018 deliberata dal Consiglio dei Ministri il 27 settembre 2018. Tra tutte le misure che dovrebbero essere adottate a pagina 39 della Nota di aggiornamento al DEF descrivendo lo Scenario Programmatico viene detto espressamente che "gli aumenti delle imposte indirette previste dalle clausole di salvaguardia verranno completamente sterilizzati" ma solo nel 2019. A partire dall'anno successivo, cioè il 2020, questa sterilizzazione sarà soltanto parziale.
In pratica, vuol dire che dal 2020 l'IVA tornerà ad aumentare.
Le motivazioni della parziale sterilizzazione
Le riforme in corso di avvio da parte del Governo giallo - verde di M5S e Lega, basate su previsioni effettuate con il modello econometrico del Tesoro ITEM, fanno presupporre un incremento del tasso di crescita del Pil di circa lo 0,6% nel 2019, di circa lo 0,5% nel 2020 e dello 0,3% nel 2021. Di conseguenza la crescita del Pil totale è stimata all'1,5% nel 2019, mentre dovrebbe attestarsi all' 1,6% nel 2020 per scendere leggermente nel 2021 e attestarsi all'1,4%. Questo andamento permetterà, secondo quanto contenuto nella Nota di aggiornamento, di inserire il rapporto deficit/Pil in un sentiero di discesa che dovrebbe portarlo nel 2021 ad attestarsi al 126,7%.
Per raggiungere questi obiettivi, date le risorse limitate a disposizione del Governo, dal 2020 le clausole di salvaguardia saranno sterilizzate solo parzialmente portando ad un ulteriore aumento dell'IVA.
Inoltre tali obiettivi saranno raggiunti, come specifica la Nota di aggiornamento, con una probabile riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro e di un piano di privatizzazioni da circa 10 miliardi di euro e altri proventi finanziari per circa lo 0,3% del Pil da attuare nel biennio 2019/2020. Per completezza di informazione ricordiamo che la mancata sterilizzazione delle clausole di salvaguardia potrebbe portare l'aliquota ordinaria IVA ad aumentare (probabilmente fino al 25%), mentre quella ridotta dovrebbe salire al 13%.
Le misure a favore delle imprese
La Nota di aggiornamento al DEF garantisce che verranno attuate tutte le principali riforme care alla maggioranza M5S-Lega prima fra tutte, in questa sede, la flat tax inizialmente a favore delle piccole imprese oltre alla riduzione dell'Ires. Questo avrà, come conseguenza, l'abolizione dell'IRI, l'imposta sul reddito degli Imprenditori, che sarebbe dovuta entrare in vigore nel 2019 con un aliquota del 24%. Questo in quanto, come specifica la Nota di aggiornamento, tale imposta risulterebbe superata dalla stessa flat tax. Ad essere abolita sarà, molto probabilmente, anche l'ACE, l'Aiuto alla Crescita Economica. Inoltre viene confermato un ridimensionamento delle agevolazioni fiscali le cosiddette tax expenditures e ulteriori misure di contrasto all'evasione fiscale come, ad esempio, l'obbligo di trasmissione elettronica dei corrispettivi. Senza dimenticare l'avvio della fattura elettronica a partire dal 1 gennaio 2019 ormai certa.