Arriva proprio dal lontano oriente la conferma che si stava aspettando: “La connessione internet quantistica è possibile”. Si tratta di una nuova tecnologia che sfrutta il collegamento tramite fibra ottica e la tecnologia satellitare. Finalmente dopo circa due anni di lavori sul progetto da parte dell’Accademia Austriaca delle Scienze , dell’Università di Vienna e dell’Accademia Cinese delle Scienze. Sulle fibre ottiche le informazioni viaggiano a velocità macroscopiche su particelle dette “Fotoni” che sono praticamente impossibili da corrompere o deviare.
Quando si prova ad alterare queste particelle, infatti, loro cambiano stato, rendendo impossibile la ricezione e l’immagazzinamento dei dati che trasportavano.
Un internet sempre più a prova di attacco Hacker
Si tratta forse del primo passo intrapreso per un internet quantistico globale. In questo modo si potrà finalmente contare su tutti i dati ritenuti sensibili trasmessi tramite connessione internet. Questo anche grazie ad una “firma elettronica” non falsificabile, che permetterebbe anche di evitare i frequenti furti di identità e informazioni.
Una rete di questo calibro consentirebbe sicuramente altresì un collegamento tra più computer quantistici posti anche a distanze significative tra loro, rendendo possibile perciò un’unione e un potenziamento della capacità di calcolo e di elaborazione dati.
Il tutto ovviamente senza rischio di intercettazione da parte di soggetti indesiderati. Al momento le 5 stazioni di Terra del satellite che si trovano a Xinglong, Nanshan, Delingha, Lijiang e in Tibet, a Ngari, che sono state collegate alle reti in fibra ottica metropolitane, di cui fa parte la grande rete tra Pechino e Shanghai, lunga ben 2 mila chilometri.
L’esperimento è stato condotto tra giugno e settembre 2017, ora però sono state rese disponibili le informazioni riguardanti quest’ultimo a seguito di numerosi test di conferma. Sono state trasmesse 2 immagini di circa 5 kb l’una tra Pechino e Vienna a velocità davvero notevoli.
Le connessioni sono quindi volte a diventare sempre più sicure e veloci, ma soprattutto a portata di tutti e in ogni luogo.
A guidare una tale ricerca possiamo ben immaginare la guida di un paese emergente come la Cina o ad un paese noto per le sue ricerche a livello internazionale come l’Austria. Ad oggi si esclude un coinvolgimento italiano nelle operazioni di ricerca e sviluppo, ma non si esclude che in un vicino futuro possa anche il nostro paese rivolgere gli occhi su simili questioni.