Proprio come con le notizie false, le azioni o le inazioni di Facebook stanno creando polemica in tutto il settore tecnologico, anche sulla privacy si sta discutendo molto. La privacy dei dati è tornata ad essere un tema caldo e le persone stanno mettendo sempre più sotto il microscopio i servizi e soprattutto le applicazioni prima di una qualsiasi installazione. Proprio come YouTube, un nuovo studio condotto da ricercatori affiliati all'International Computer Science Institute riferisce che migliaia di app Android potrebbero violare la Children’s Online Privacy Protection Act (COPPA), ovvero le leggi sulla protezione della privacy online dei bambini.
Ma a differenza di YouTube, c'è ancora qualche incertezza su chi dovrebbe essere ritenuto legalmente responsabile o se c'è una chiara violazione.
Il rilascio di dati privati è già abbastanza grave, ma il tutto assume ancora maggior importanza quando sono coinvolti i bambini. I ricercatori hanno sviluppato e utilizzato uno strumento automatizzato per analizzare 5.855 applicazioni famose presenti sul PlayStore che sono state commercializzate o contrassegnate per essere family-friendly. Quanto ne emerge non è motivo di vanto.
Android: le app pericolose per i bambini
I risultati di questo studio sono alquanto sconcertanti. Il comunicato riporta che:
- il 5% delle app incluse nello store ha raccolto la posizione degli utenti o i dati di contatto (come numero di telefono o indirizzo e-mail) senza prima ottenere il consenso dei genitori;
- 1.100 app (il 19% di quelle studiate) hanno condiviso informazioni sensibili con servizi di terze parti i cui termini di servizio vietano esplicitamente il loro utilizzo nelle app per bambini;
- 2.281 app (il 39% di quelle studiate) sembra violare i termini di servizio di Google relativi alla condivisione di identificativi persistenti (che forniscono informazioni uniche che possono essere associate a un individuo nel tempo e su piattaforme, app o dispositivi);
- il 40% di quelle analizzate ha condiviso le informazioni personali degli utenti via Internet senza applicare misure di sicurezza ragionevoli;
- delle 1.280 app incluse nello studio integrate con Facebook, il 92% non ha utilizzato correttamente le opzioni di configurazione dell'azienda per proteggere gli utenti minori di 13 anni.
A incutere più timore non sono i numeri, ma il fatto che l'intera situazione è aggravata dal fatto che la stessa COPPA potrebbe non essere abbastanza rigorosa per far perseguire possibili violazioni.
L'FTC interpreta la COPPA in modo molto rigoroso e limita l'applicazione della legge ai servizi online che sono direttamente rivolti a utenti di età inferiore a 13 anni. Le aziende hanno trovato un'area grigia grazie alla quale potrebbero essere in grado di eludere tali requisiti e alcuni sviluppatori di app potrebbero raggirare queste limitazioni.
In quanto tale, lo studio è solo un esempio che apre gli occhi su ciò che accade realmente nel mercato delle app. Non conduce necessariamente a un'azione legale, almeno non ai sensi delle attuali condizioni della COPPA.