“Male non fare, paura non avere”. Solo per coloro che non temono questo motto e sono assolutamente certi di non nascondere scheletri nell’armadio, questa potrebbe essere una buona notizia. “Grayshift”, azienda statunitense, ha creato “GreyKey”, un piccolo hacker digitale capace di sbloccare l’iPhone, svelandone il codice di sicurezza, in un lasso di tempo variabile, da pochi minuti a pochi giorni, a seconda della lunghezza: qualche minuto, se il pin contiene quattro cifre, pochi giorni se ne contiene sei.
Come è fatto e come funziona GrayKey?
Si tratta di un dispositivo dotato di due spinotti ai quali va collegato l'iPhone (o, eventualmente, l'iPad) per pochi minuti, giusto il tempo di configurare i devices.
Una volta avviata l’”operazione hackeraggio”, è solo questione di tempo: nessun codice di sicurezza può sperare di rimanere segreto. Il sistema era stato originariamente creato da un’azienda israeliana, la “Cellebrite”, su commissione dell’Fbi, per la modica cifra di 900mila dollari.
L’obiettivo era scovare un pericoloso terrorista che, con l’aiuto di un complice, aveva compiuto un attentato in una clinica per disabili, a San Bernardino, in California, nel 2015. Durante l'attentato, Syed Farook e Tashfeen Malik avevano fatto una trentina di vittime, tra morti e feriti. Le indagini necessitavano di una delicata operazione che permettesse di risalire al codice di accesso del cellulare di Farook, un iPhone 5C.
Nonostante “Apple” rappresentasse la soluzione più logica ed immediata (avrebbe potuto intervenire inserendo una versione speciale del sistema operativo iOS), aveva negato ogni tipo di collaborazione, perché temeva il rischio che l’escamotage si diffondesse e compromettesse la sicurezza di milioni di utenti. Ma ogni soluzione nasconde un’insidia.
Come difendersi dal rischio violazione della privacy?
Se nel caso di San Bernardino il fine giustificava i mezzi, non è detto che il mezzo non cada in mani sbagliate che possano farne uso diverso da quello destinato a nobili fini. Così come l'azienda americana è stata in grado di creare il sistema, è possibile che un altro produttore riesca a replicarlo per scopi sconosciuti e suscettibili di compromettere la privacy di ignari utenti.
A cercare di risolvere la questione, è intervenuto “Macworld”, sito di informatica, specializzato in sistemi Macintosh prodotti da "Apple", fornendo diversi consigli utili. Per proteggere i propri dati, basterà accedere alla sezione "Custom alphanumeric code" all'interno di "Passcode Options" e sostituire la propria password con un codice di almeno dieci cifre, in modo da mettere in difficoltà “GrayKey”, che impiegherebbe diversi mesi per rintracciarlo. È bene che il nuovo pin sia di tipo alfa numerico e che contenga anche segni di punteggiatura.