Nella giornata di ieri, alla Brookings Institution è stata indetta una conferenza dedicata al nuovo libro del vice-presidente Darrel West, chiamato "The Future of Work", Il futuro del lavoro.

La disoccupazione

West scrive che nell'età media del lavoratore "il 12 percento degli uomini è già privo di occupazione" e che un terzo dei lavoratori verranno rimpiazzati da robot o intelligenze artificiali entro la fine del 2050. Questo, secondo West, andrà ad influire in modo particolarmente negativo sulle minoranze ad ora già svantaggiate, quali afroamericani o persone d'origine latina.

Lo spostamento verso l'automazione è un destino imprescindibile, tanto quanto lo sono stati in passato l'utilizzo dell'automobile rispetto alla locomozione animale, e ancora prima il passaggio da messaggeri a telegrafi.

I robot "perfetti"

Gli strumenti digitali, citando Andrew Puzder CEO di Hardee, sono sempre gentili, mai in ritardo e non necessitano di ferie. Senza di questi le aziende sono solo destinate a fallire. Come già abbiamo visto negli ultimi anni l'evoluzione tecnologica cresce esponenzialmente senza mai fermarsi. Ancora non possiamo immaginare quanto la tecnologia tra vent'anni esploderà, o in quali termini. Secondo la Bank of America potremmo aspettarci addirittura un automatizzazione del 47% dei lavoratori entro il 2020.

Per il futuro

Questo però, spiega West, ci mette in condizione di fare una scelta, "Un sentiero porta verso un'utopia dove la società è più inclusiva incentrata sul tempo libero e la cultura, un'altra direzione invece è quella per una distopia dove la disoccupazione è esplosa e i servizi sociali non sono garantiti". Il prossimo passo diventa quindi capire come seguire il sentiero giusto.

Sempre secondo West il primo passo sarebbe quello di lavorare meno e guadagnare meno, in modo da poter lavorare tutti. Cominciare ad "abituarsi" al tempo libero, da dedicare alla propria famiglia e a se stessi. Un secondo passo sarebbe quello invece da compiere nell'istruzione, dove si dovranno insegnare le basi per i "nuovi" lavori, indirizzati verso l'informatica e l'elaborazione dati.

Ma come ha riportato Elon Musk in una recente intervista; "L'automazione eccessiva è stato uno sbaglio, sottovalutiamo gli esseri umani." Nella produzione di materiali i robot non sono comparabili contro la debole controparte in carne ed ossa. Ma ancora nel 2019 la potenza straordinaria dell'intelligenza artificiale sta facendo solo i suoi primi passi verso quella che migliaia di anni di evoluzione ha perfezionato nell'intelligenza umana. E in un prossimo futuro dove la tecnologia farà a gara con l'uomo per i posti di lavoro bisognerà socialmente prepararsi ad equilibrare le due forze in modo da accomodare entrambi i lati all'interno del mondo del lavoro in evoluzione in cui viviamo.