Negli ultimi tempi siamo stati sommersi da una mole impressionante di novità tecnologiche che introducono, negli ambiti più disparati, l'utilizzo dell'intelligenza artificiale. Non c'è da stupirsi quindi se l'andamento dei prossimi anni sarà ancora questo e se i computer inizieranno a sfruttare le loro nuove e potenti capacità cognitive anche dove meno ce lo aspettiamo. I semafori, ad esempio, a breve potranno essere controllati da una Intelligenza Artificiale: la Ibm ci sta già lavorando.

Gestione del traffico intelligente

Alla Ibm, azienda statunitense leader nelle infrastrutture informatiche (tanto da essere chiamata Big Blue per il suo logo blu e la sua enorme imponenza nel settore), gli ingegneri hanno già depositato un brevetto riguardante una futura tecnologia che utilizzerà telecamere e sensori supportati da una intelligenza artificiale per monitorare le zone di traffico e regolare i tempi di stop dei semafori per smaltire più efficacemente gli ingorghi nei punti più critici.

Sebbene l'idea sia per ora solo su carta, le prospettive sul futuro sembrano promettenti e di certo lasciano presagire un notevole miglioramento rispetto ai tempi fissi dei semafori che vengono usati attualmente. Diverse migliorie sono state proposte negli anni per automatizzare la gestione dei semafori, ma mai nessuna tecnologia si è dimostrata completamente indipendente e semplice da impiantare, per cui spesso in città ci si ritrova ad aspettare tempi eterni in coda nel traffico o persino attese per il verde quando la strada è deserta. Si sa che il flusso stradale varia nel tempo, che esistono ore di punta in cui si impiegano decine di minuti per compiere pochi metri e incroci particolarmente difficili da digerire.

Non è possibile in questi casi attuare una soluzione unica e fissa e sperare che funzioni in tutte le condizioni. Il sistema di Big Blue punta invece a rendere dinamica la gestione dei semafori, variandone il tempo di via libera e stop a seconda della quantità di traffico in arrivo su una determinata strada piuttosto che su un'altra, incrociando i dati provenienti dai vari sensori e telecamere posizionati nei punti più critici.

L'obiettivo è quello di lasciare più tempo "verde" dove è necessario smaltire al fine di evitare attese troppo lunghe, permettendo alla "cognitive computing" di Ibm di apprendere nel tempo per trovare ed applicare la gestione più efficiente possibile del traffico.

Possibili sviluppi futuri

Nonostante si trovi ancora in fase prototipale, l'idea alla base è una delle tante possibili applicazioni dell'intelligenza artificiale nella vita quotidiana.

Dagli smartphone con i loro assistenti vocali alle pubblicità su internet che si adattano ai nostri gusti, le IA stanno già iniziando ad integrarsi come ausilio alle operazioni di tutti i giorni. Non sarebbe una cattiva idea se Google Maps (o qualsiasi altro navigatore) iniziasse ad interfacciarsi con la futura tecnologia Ibm, per fornire dati sulla navigazione degli utenti tramite GPS ad esempio, così da fornire alla IA che gestisce il traffico anche la previsione dei tragitti più utilizzati e le statistiche minuto per minuto dei tempi di percorrenza di ciascun tragitto. In questo modo, sia i navigatori che i semafori potranno adattarsi al meglio per garantire all'utente il percorso migliore con il minor numero possibile di stop e la minor quantità di traffico. Inoltre, la possibilità di avere telecamere ad ogni incrocio potrà essere sfruttata per funzioni di sorveglianza per garantire la sicurezza delle strade.