La polemica sul ritorno alla fatturazione mensile, con tutte le conseguenze prettamente economiche per aziende e, soprattutto, consumatori, promette di durare ancora a lungo. Anche perché, ora il gioco comincia a farsi veramente duro. A dare fuoco alle polveri è stata l'associazione a tutela dei consumatori Altroconsumo, che avrebbe ufficialmente denunciato tre dei principali operatori telefonici nazionali, tim, Vodafone e Fastweb, rei secondo l'associazione di aver formato un vero e proprio cartello anti-concorrenziale per mantenere i prezzi dei rispettivi servizi allo stesso livello, rendendo, di fatto, inutile per i consumatori il passaggio ad altre aziende più convenienti.

Inoltre le tre società avrebbero effettuato una mera operazione di facciata per quanto riguarda i costi. Questi, infatti, sarebbero stati semplicemente redistribuiti sui 12 mesi. Vediamo, più nel dettaglio, cosa chiede l'associazione dei consumatori tramite la sua denuncia.

La denuncia del cartello

Secondo Altroconsumo, esisterebbe un accordo tacito fra i tre grandi operatori telefonici per mantenere sugli stessi livelli i prezzi delle varie offerte, vanificando in tal modo qualunque tipo di concorrenza relativa a costi e servizi, rendendo inutile per il consumatore finale optare per il recesso gratuito dal suo operatore per migrare ad un altro più conveniente.

Per di più, il danno nei confronti dei clienti risulterebbe doppio.

Da una parte, basandosi sull'estensione a 30 giorni, si procederebbe ad introitare gli aumenti con la scusa di offrire nuovi servizi o un ampliamento di quelli già in essere. Dall'altra, il presunto accordo di cartello anti-concorrenziale completerebbe - come accennato - l'opera. L'associazione dei consumatori, quindi, spinge affinché l'Agcom sanzioni l'eventuale accordo, e imponga ulteriori rimborsi.

Le risposte delle aziende interessate

Da parte loro, se pur con motivazioni leggermente differenti, Tim, Vodafone e Fastweb rimangono ferme sulle proprie posizioni. Per Vodafone, ad esempio - come messo in evidenza dalla stessa Agcom - non si tratta di un problema di costi tariffari, ma di trasparenza. Tim, da parte sua, insiste sul fatto che i clienti avranno un maggiore quantitativo di Gigabyte gratis e ulteriori servizi.

Fastweb, infine, mantiene un atteggiamento più distaccato, affermando che le sue proposte sono già estremamente concorrenziali. Infine tutte quante richiamano il diritto del cliente-consumatore di poter recedere gratuitamente entro 30 giorni.

A questo punto, la palla passa all'Agcom, che dovrà tenere conto anche di questa denuncia. Vedremo cosa accadrà.