Domani tocca a un documentariogiratonel Nord EtiopiaLe ragazze di Wuchale, vincitore del premio Dev Reporter Network fare conoscere la vera situazione delle donne africane, in programmaper la rassegna del Museo del Cinema di Torino Pianeta Africa al cinema Massimo, sfruttando l'onda lunga delle passate mostre sull'arte africana.Gliorganizzatori cavalcano ancheil successo del film Il coraggio di cambiare in Etiopia, sull'atavico costume del rapimento a scopo di matrimonio,coprodotto da Angelina Jolie e da Aschena Difret, vincitrice una dozzina di anni fa del Premio Nobel africano per la sua lotta per i diritti delle donne in Africa.

E' la storia di Tirongue, ragazza che riesce a studiare e costruirsi un futuro grazie a Cifa ong for children, diretta da Marco Pasore, presente in sala domani, che aiuta questa popolazione del Nord dell'Etiopia (della scorsa estate la visita di Matteo Renzi).Quella di Tironguenon è un'eccezione, ma sono ancora poche le ragazze che non sono costrette ad emigrare per fame verso i paesi arabi, Il regista Niccolò Bruna è stato molte volte ospite di missioni in Africa e ha realizzatomezz'ora didocumentario con il Consorzio delle Ong piemontesi.

Dalla guerra d'Etiopia alla cooperazione internazionale

Eppure esattamentecinquanta anni fa sollevò molte polemiche il documentario Africa addio di Jacopetti e Prosperi sulla decolonizzazione di alcune aeree dell'Africa, lasciate in mano ai signori della guerra, mentre il trailer d'animazione When China meet Africa ad esso ispirato, vinse il Premio Oscar.

Poi il documentario di Jacopetti fu raccontato in un libro di successo di John Cohen. Il motivo è che dopo si sono raccontate storie vera drammaticamente, con toni ironici, malinconici, per questo più accattivanti.Adesso che i tempi sono cambiati, il crudoAfrica addio è stato persino ripreso per raccontare ai ragazzi in visita al Parco Acquatico di Cumiana, vicino a Torino, la storia dei Boeri e della rivoluzione di Zanzibar.

Quasi contemporaneamente ad Africa addio, i fotogiornalisti afroamericani di New York si riunivano nel cenacolo di Kamoinge per far conoscere senza pregiudizi le loro origini e il loro lavoro è stato appena raccolto in un volume dall'attuale direttore Anthony Barboza. Ora, tuttavia, non sono solo più i documenti a darci una visione realistica del continente nero, ma anche i numeri.

Basti pensare che il ricavato dell'industria delle fiction cinematografica di Lagos è di 5 miliardi dollari ed è il secondo datore di lavoro della Nigeria, grazie a produzioni low cost e web distribution. Non c'è dunque più bisogno di una Noemi Campbell. Il problema sono semmai i i video cd che taroccano i dvd originali. Altra culla del nuovo cinema africano è il vicino Ghana che fornisce anche molti attori, tanto che il governo nigeriano ha finanziato nel 2010questo settore con 200 milioni di dollari.

E dire che l'Etiopia è entrata nell'immaginario italiano con l'impresa di Badoglio ad Addis Abeba.Sono passati ormai ottant'anni daquando le folle plaudenti acclamarono la riapparizione dell'Impero sui colli fatati, cantando: Faccetta nera, sarai romana e la bandiera tua sarà quella italiana.

Ora bisogna far rifiorire questa parte del mondo tanto sfruttata dall'Occidente con documenti e fiction che li aiutino a superare i loro costumi tribali e anche ad incrementare il loro Pil.

Gli italiani di allora dovettero ricredersi, messi di fronte alla realtà,con la ritirata dell'esercito, incalzato da Haile Selassiè e dalle conseguenti sanzioni europee.