È ufficiale: a settantacinque anni Raffaele Guariniello diventa avvocato. Da uomo onesto ha mantenuto la promessa è ha giurato ieri alla Corte d'Appello di Torino, pur essendosi iscritto all'Ordine già il 16 febbraio. L'ex procuratore capo vicario di Gian Carlo Caselli ha dichiarato di voler stare così dalla parte dei più deboli, ma la sua decisione suscita perplessità, dal momento che passare da magistrato inquirente ad avvocato difensore potrebbe creare non poche incompatibilità, anche perché alcune cause che l'hanno visto protagonista sono ancora in corso come quella sulla morte dei calciatori colpiti dalla Sla e sulle cellule staminali.

E il pool da lui coordinato sta proseguendo il lavoro, ma sanno che il loro ex capo è un uomo accorto quanto scrupoloso.

Altre cause sono già state archiviate come quella sull'Aulin o su Mucca Pazza, ma potrebbero essere riaperte Lo fa per trasmettere la sua grande esperienza in materia di salute e lavoro, nonché ambientale ai colleghi più giovani, competenze che gli permetteranno di seguire dal suo studio, dietro Porta Nuova, inchieste in tutta Italia e anche all'estero come l'indagine da lui condotta sull'Eternit che ha dato l'avvio a processi in tutto il continente.

Si è trattato, infatti in questo caso (e in molti altri), di una sentenza storica che, come anche il ministro della Salute, ora membro del Csm,Renato Balduzziaveva auspicato, rappresentava solo una battaglia della guerra contro l'amianto, sperando che l'indagine svolta dal pool dell'ex procuratore a Casale Monferrato facesse da battistrada per un serio e organico programma di bonifiche.

Come era successo a Torino per l'incendio al cinema Statuto nel febbraio del 1983 dove morirono 83 persone che stavano guardando il film La capra di Depardieu. La condanna al gestore per omissione di controlli in primo grado, seppur ridotta in appello, ha portato a un sorta di rivoluzione delle norme di sicurezza nei luoghi pubblici.

Le battaglie continuano dall'altra parte della barricata

Ora, da avvocato, Raffaele Guarinielloalternerà le sue arringhe difensive alla scrittura di articoli su riviste scientifiche. Da magistrato era diventato il simbolo di diritti da restituire a uomini e donne che stavano rischaindo la salute e la vita per mantenere un impiego, per crescere i figli, per vivere una vita normale.

Per questo diventare avvocato era il suo destino, dopo una vita in toga per affermare il diritto del lavoro dall'altra parte della barricata.

Le sue inchieste hanno sempre suscitato clamore e messo in difficoltà le aziende, a partire da quella sulla schedatura degli assunti alla Fiat, prima del 1970. Poi, l'indagine per l'abuso di farmaci nel calcio che coinvolse solo la Juventus e il Torino, ma se fossero state di sua competenza l'avrebbe estesa anche alle altre squadre della Penisola. Una delle ultime inchiesta da inquirente è stata quella sul rogo di una notte del 2007 all'acciaieria Thyssen, per una fiamma scaturita da olio in pressione che ha portato la morte di 7 operai. In primo grado l'amministratore delegato Harald Espenhahnera stato condannato per omicidio con dolo eventuale, cioè commesso una volta che si era assunto il rischio che le sue omissioni in materia di sicurezza potessero provocare delle morti.

Sentenza poi ribaltata in Cassazione dagli avvocati della Thyssen conl'esclusione della colpa coscientedei dirigenti, per cui si dovrà ripetere il processo d'appello. La sua biografia è stata già scritta da Alberto Papuzzi per Donzelli, Il giudice. Le battaglie di Raffaele Guariniello, già biografo del filosofo dei diritti per eccellenza, Norberto Bobbio. Manca soltanto questa clamorosa svolta.