La primavera è alle porte e il Comune di Torino si prepara, annunciando il restauro di una storica area verde, un aulico parco monumentale alla francese. Sono i Giardini Reali Alti che, grazie a un protocollo d'intesa con i Musei Reali, approvato dalla giunta comunale, ritornano alla Città dei Savoia. Gli esperti del settore verde pubblico faranno i giardinieri del re come Jeannne Pierre Barille Deschampsa cui fu affidato il compitodi risistemare il verde pubblico della città ottocentesca:le piazzeCarlina, Susina (Porta Susa), Bodoni, Vittorio Veneto, Giardino dei Ripari.
Per i lavori il Comune investirà 100 mila euro e nello stesso periodo i Musei Reali riapriranno anche la parte di giardini alle spalle di Palazzo Reale.A questi si aggiungeràancheil rifugio antiaereo nei bastioni per cui il Comune ha fatto richiesta di accesso,con il fine dicollegare con un altrogiardinola Cavallerizza alla piazza Castello e all’area delle Porte Palatine,vicine al mercato Porta Palazzo. "Vogliamo offrire ai cittadini - sottolinea l'assessore all'ambiente Enzo Lavolta - la possibilità di vivere questo spazio verde che sarà reso accessibile, anche dai Giardini Reali Bassi. Avvieremo i lavori immediatamente per aprire il cancello ai primi di aprile".Il motivo è che di lì a 20 giorni si terrà a Torino il Congresso Mondiale Ifla (international Federation of Landascape Architects).
Gli architetti di giardini torinesi, con in testa Paolo Pejrone,stupiti per i 5 anni di incuria in cui hanno versato questi spazi,da tempo auspicano che i giardini antichi torinesi vengano trasformati in orti delle delizie in modo da richiamare le tradizioni cavalleresche, o in luoghi di meditazione per i mistici come il giardino del Principe, ristrutturato sul retro di Palazzo Madama con il ripristino di piante antecedenti alla scoperta dell’America, bietole gialle, rosse e verdi, piante officinali come l’amaranto in una varietà che può assumere anche il colore arancione.
La ricostruzione deve essere filologica
La ricostruzione quella volta era stata filologica come per i fiorentini Giardini di Boboli,incredibile esempio di giardino all'italiana.
Erastatoriprodotto,in quel di Torino,il quadrato che rappresenta i quattro angoli dell’universo. Perché nulla viene lasciato al caso nell’interpretazione di un giardino che come un’opera d’arte conserva in sé e completa la tradizione artistica che l’ha preceduta. Così anche prima di questo intervento del Comune, i turisti potevano completare la visita alle collezioni di Palazzo Madama con la contemplazione dell’orto del giardino del retrostante ilcastello degli Acaja. E da questa primavera anche il giardino che lo collega a Palazzo Reale.
Il giardino è anche il simbolo di una razionalità umana che è riuscita a dominare la natura come nel giardino di delizie dei Savoia a Regio Parco che sembra aver ispirato a Torquato Tasso il famoso giardino dell’Armida nel ventesimo canto della Gerusalemme liberata.
In questi anni è stato restaurato anche il giardino di Villa della Regina con la sua immensa vigna da cui si produce un ottimo Freisa. E persino Giuseppe Tomasi di Lampedusa parla nella novella Lighea del giardino Sambuy in piazza Carlo Felice, così chiamato in onore dell'allora sindaco di Torino, detto anche Bertoun Testun. In realtà era “il più elegante e decorativo dei sindaci di Torino” come si legge nell'erma nei giardini di piazza Carlo Felice, uno spazio verde ripulito in occasione Olimpiadi invernali del 2006 che è vero e proprio biglietto da visita per il turista dal momento che si trova proprio davanti alla stazione di Porta Nuova.