Ivrea (Torino): per una passeggiata di 20 minuti i genitori di un ragazzino, undicenne all'epoca dei fatti, finiscono in tribunale. Com'è possibile? Papà e mamma, separati da un anno (e in disaccordo relativamente all'affido del figlio) si sono voluti far la guerra. E la legge, in materia di abbandono di minori, è molto chiara.

Esco per una passeggiata

Una domenica di fine marzo del 2015, Piero F. cinquantaquattrenne della provincia di Torino, separato, decide, dopo il pranzo, di uscire per una passeggiata con la nuova compagna nel parco a due passi da casa.

Chiede al figlio, oggi quindicenne, di unirsi a loro, ma il ragazzino rifiuta. Piero esce comunque: starà fuori per meno di mezz'ora e, in fondo, in casa, non può succedere nulla di male. Inoltre, il bambino ha il cellulare: per qualsiasi problema può telefonare.

Una volta solo in casa, però. il ragazzo decide di chiamare la mamma e con lei si lamenta: "babbo mi ha lasciato solo". La donna, che non può andare a prendere il figlio (perché si trova a 50 km di distanza), invece di rassicurarlo e di sdrammatizzare, gli consiglia di contattare il 113. Il ragazzino, quindi chiama la Polizia che subito raggiunge l'abitazione, e subito parte la denuncia.

Entrambi i genitori a processo

Sia il padre che la madre del ragazzino sono finiti a processo per abbandono di minore: il papà è stato accusato di averlo lasciato da solo, la mamma invece, sarebbe dovuta intervenire di persona ed andarlo a prendere.

Piero dovrà anche rispondere di violenza privata. Sempre nel marzo 2015, avrebbe tirato fuori da sotto un tavolo il figlio e gli avrebbe dato uno schiaffo. Il bambino, infatti, si rifiutava di seguire il genitore al ristorante. L'uomo, nella prima udienza del processo si è difeso dicendo: "Non l'ho picchiato, gli ho solo dato uno scappellotto perché ero esasperato dai suoi continui capricci".

Il 9 aprile, il tribunale di Ivrea emetterà la sentenza finale.

Cosa dice la legge

L'abbandono di minori di anni 14 (e di incapaci) è disciplinato dall'articolo 591 del Codice Penale ed è considerato " un delitto contro l'incolumità individuale e contro la vita". Del reato di abbandono possono trovarsi a rispondere tutti coloro che, virtù della loro particolare posizione giuridica sono chiamati non solo alla custodia (intesa anche come sorveglianza diretta e immediata), ma anche alla cura di un minore.

L'abbandono può consistere in un'azione (ad esempio quando si lascia da solo il minore), in un'omissione, nell'interruzione o nell'inadeguata esplicazione dell’assistenza e della cura,

La legge prevede la reclusione da uno a sei anni nel caso in cui il reato provochi una lesione personale e la reclusione dai 3 agli 8 anni nel caso cui l'abbandono sia causa di morte.