Hag, non molto tempo addietro, era considerato il caffè decaffeinato per antonomasia. La sua pubblicità sottolineava la sofisticatezza con la quale la bevanda veniva offerta nei vari bar. Durante gli ultimi anni però, i realizzatori di caffè hanno iniziato a mettere in commercio anch'essi le miscele decaffeinate, mettendo a repentaglio il dominio che Hag aveva da tanti anni. L'interesse per il famoso marchio da parte degli italiani è andato via via scemando ed adesso il gruppo Jde chiude l'unica fabbrica italiana sita ad Andezeno, nei pressi di Torino.

Hag si trasferisce all'estero

L'unico stabilimento nel nostro Bel Pese, si trasferisce adesso all'estero ed i suoi dipendenti sono stati licenziati. La società in questione era presente in Italia anche con il marchio Splendid, ma adesso non sarà più così. Si procederà adesso licenziamento di 57 dipendenti ed i sindacati sono in allerta per la situazione venutasi a creare

Hag (Handels Aktien Gesellschaft), pare essere arrivata al capolinea nel nostro bel paese. A procedere alla prima estrazione della caffeina dal caffè per l'azienda in questione, fu Ludwig Roselius. Nel corso degli anni, il marchio ha cambiato diverse volte proprietario, ma dal 2015 appartiene alla Jacobs Douwe Egberts.

Le proteste dei sindacati

Tornando indietro di una decina di anni fa, lo stabilimento italiano Hag produceva 5 mila tonnellate di decaffeinato e le previsioni future parlavano di un aumento ancora maggiore delle quantità, ma così non è stato. Durante il corso degli anni, non erano mai stati lanciati segnali forti di crisi, motivo per cui la notizia ha destato molta sorpresa. Ad essere a rischio sono adesso i 57 dipendenti dell'azienda che resteranno senza lavoro. La Jde ha dato il via alla procedura di licenziamento e chiusura dello stabilimento. I sindacati considerano questa scelta del tutto folle, dato che Hag e Splendid, restano due marchi di caffè tra i più importanti in Italia.

Intanto, ieri e oggi, sono state programmate due giornate di sciopero.

In un momento di crisi per quanto riguarda l'ambito lavorativo, il licenziamento di 57 persone fa molto discutere e preoccupare. Intanto, Flai Cgil, Uila Uil e Rsu, hanno richiesto l'annullamento dell'avvio di tutte le procedure per la chiusura dello stabilimento e per il licenziamento collettivo dei dipendenti e propongono invece l'apertura di un tavolo sindacale per trovare una soluzione.