Non è un addio, ma un arrivederci. Il virologo Roberto Burioni lascia per un po' la tv e annuncia il silenzio stampa, almeno fino al prossimo autunno. Lo fa dalle pagine del Corriere della Sera a cui ha concesso un'intervista. Il medico di 57 anni, ordinario di Microbiologia e Virologia all’Università Vita Salute San Raffaele di Milano, è tra gli esperti più interpellati dall'inizio della pandemia da Coronavirus, ma anche tra i più bersagliati. Già al centro di polemiche per i suoi compensi in ospitate televisive, è stato contestato dal settimanale L'Espresso per via di alcune consulenze ad aziende.

Burioni, l'inchiesta dell'Espresso

Il virologo è al centro di un'inchiesta del settimanale diretto da Marco Damilano sulle consulenze fornite ad aziende quali Ferrari, Tim, Gucci, Marelli ed altre. L'Espresso riferisce che la società Lifenet Healthcare ha avviato insieme al virologo un servizio di consulenza per la riapertura in sicurezza di aziende in questa fase 2 dell'emergenza coronavirus. L'inchiesta definisce auree le consulenze, che non infrangono alcuna legge o codice deontologico, per via di presunti contratti fino a 200mila euro. La Ferrari avrebbe dato al professore un compenso di 33 mila euro.

"Della parte commerciale se ne occupa la srl, io sono solo un loro consulente. Quanto prendo?

È riservato", ha detto Burioni al settimanale che gli chiedeva dei suoi compensi. L'Espresso, nel 2014, si era occupato di una collega di Burioni, la virologa Ilaria Capua, anche lei tra gli esperti più interpellati dai media sulla pandemia. Capua fu al centro di un'inchiesta intitolata 'Trafficanti di virus' correlata a un'indagine della procura di Roma che si concluse con l'assoluzione della scienziata su un presunto traffico di vaccini.

Burioni, 'Mi hanno attribuito di tutto, torno dagli studenti'

"Il linguaggio della tv non è quello della scienza, i tempi della tv non sono quelli della scienza, la mia vera aula è quella universitaria", ragioni per le quali Burioni ha deciso di assentarsi, almeno per un certo periodo, dai salotti televisivi. Reputa l'esperienza mediatica importante, ma il suo vero ruolo è quello di docente.

Intende concentrarsi a scrivere un testo universitario e dedicarsi ai suoi studenti che gli sono mancati. La partecipazione da ospite fisso al programma di Fabio Fazio, Che tempo che fa, è stata un'esperienza importante e anche gratificante. Ma la comunicazione è insidiosa: "Si viene travisati, esposti al rischio di dire cose mai dette. Mi hanno attribuito di tutto". Imperdonabile sarebbe in Italia, la popolarità.

In Rete, ancora circola il meme di quando lo scienziato disse che in Italia il coronavirus non circolava: "L’ho detto in un momento in cui non c’era alcuna evidenza", spiega. Ma nessuno ricorda di quando le autorità europee sostennero che il rischio che il virus arrivasse in Europa e in Italia era minimo, e lui dissentì.

Il motivo del suo, provvisorio, congedo dai media è anche altro: l'attacco da parte dell'Espresso e le polemiche seguite. Al Corriere della Sera, Burioni riferisce che solo un esperto, quale lui è, possa aiutare a far ripartite un Paese in questa fase. Se, come è accaduto, la Ferrari gli chiede aiuto, ritiene suo dovere garantirlo. "E un professionista va pagato, perché altrimenti si tratta di sfruttamento". Infine, lo scienziato lamenta di essere stato accusato di speculare sulla pandemia persino quando è uscito il suo ultimo libro, Virus, anche se fosse risaputo che i proventi sarebbero andati alla ricerca.

All'intervista al Corriere della Sera, infine, Burioni ha fatto seguire un post sulla sua pagina Facebook, Medical Facts, in cui precisa di non essere socio di alcuna società e che i conflitti d'interesse di cui lo si accusa sono inesistenti.

"Non fornisco consulenza scientifica a nessuna società o entità che sia coinvolta nello sviluppo o nella commercializzazione di vaccini; e neanche a società o entità che siano coinvolte nello sviluppo o nella commercializzazione di cose utili per la diagnosi, terapia, prevenzione o vaccinazione per Covid-19" afferma per ristabilire "un po' di verità in un mare di menzogna". Per tale ragione, d'ora in poi, ogni notizia falsa su di lui avrà un seguito legale.

Burioni difeso dai colleghi

Solidarietà a Burioni, è arrivata da Ilaria Capua. L'esperta ha scritto via Twitter di non leggere certa stampa, per poi aggiungere: "Di certo non è con il fango che si migliora il Paese in questa situazione drammatica".

Nel 2014, Capua denunciò l'Espresso, ma il caso fu archiviato. A difesa di Burioni, anche il biologo Enrico Bucci, docente alla Temple University di Filadelfia. Bucci si scaglia contro alcuni giornalisti. Sarebbero loro in un conflitto di interesse per creare fango attirando i lettori, principale fonte di guadagno. Per Bucci, grave è un certo modo di fare giornalismo, senza prove.