Origini venete e talento, Elia Marangon è una delle new entry più intriganti della decima stagione de Il Paradiso delle Signore. Nato ad Arzignano, in provincia di Vicenza, e trasferitosi da anni a Roma per inseguire la carriera d’attore, Elia sta conquistando il pubblico con il suo fascino discreto e la sua interpretazione sfumata di Ettore Marchesi, il nuovo creativo della Galleria Milano Moda.
Misterioso, raffinato, con un passato che promette colpi di scena, Ettore è uno di quei personaggi che entrano in punta di piedi e finiscono per cambiare gli equilibri.
Nelle prime puntate, il suo legame con Odile di Sant’Erasmo (interpretata da Arianna Amadei) ha già acceso la curiosità degli spettatori — complice quel bacio fugace che ha fatto impazzire i fan. Ma dietro la finzione, chi è davvero Elia Marangon?
Blasting News ha contattato Elia per un’intervista dove, ha raccontato il percorso che l’ha portato sul set della fiction Rai più amata, le sue passioni, e cosa si nasconde dietro lo sguardo enigmatico di Ettore Marchesi.
Marangon: ‘Ettore ha un’indole innata a rinascere e mi ci ritrovo molto’
Raccontaci un po': quando hai scoperto di essere stato preso al cast de Il Paradiso delle Signore? Ti ricordi un momento particolare?
“In realtà, ricordo di aver ricevuto la chiamata e mi ero trasferito da poco.
Era mattina e avevo una sensazione che quel giorno mi avrebbero chiamato, non so. Infatti, quel giorno dopo aver pranzato, è arrivata la chiamata e mi dissero: “Ti hanno preso al Paradiso delle Signore”. Inizialmente, ho avuto una reazione pacata, nel senso, ho messo giù il telefono e mi sono spaventato un attimo. Poi ho ripreso a mangiare, ho avuto il tempo, di metabolizzare il tutto e ho cominciato a chiamare le persone a cui voglio bene per dire loro che ero stato preso al cast de Il Paradiso. Ho avuto un momento per realizzare, però, sono stato davvero molto contento. Poi, ho visto anche il mio insegnante, insomma, glielo dissi, e vedere la sua reazione mi ha fatto capire che era successo, e da lì ho realizzato il tutto…”
Che rapporto hai con il tuo insegnante?
“Ci ho studiato per tanto tempo. Mi ha seguito e abbiamo un ottimo rapporto, un ottimo legame, sicuramente. Insomma, mi ha dato una gran mano a preparare il tutto il mio percorso”.
Cosa ti ha stupito durante il primo giorno sul set? Qualche dettaglio che non ti aspettavi?
“Sarà strano, ma il primo giorno di set, per me è stato abbastanza traumatico.
Mi sembra che fosse fine maggio, quindi, in piena primavera, io soffro di un'allergia abbastanza forte alle graminacee. Ho girato in un luogo che era pieno di queste piante e ho avuto un raffreddore veramente esagerato. Quando sono tornato a casa da lavoro, facevo quasi fatica a respirare”.
Per quanto riguarda, nel corso delle scene quale segnale ti ha fatto capire che sei nel posto giusto?
“Ricordo, il primo giorno, feci questa scena con Delia davanti al Paradiso delle Signore. La cosa bella che ho subito captato, quando sono arrivato a girare davanti al negozio, c'era questa scena dove io osservavo le parrucche. Davanti al negozio, al grande magazzino c’era proprio scritto il Paradiso delle Signore. Forse, è stato quello il momento in cui ho realmente realizzato di essere lì. Mi ha fatto anche un certo effetto, perché l'ho sempre visto in tv e ritrovarmi davanti quella grande scritta mi ha dato un'emozione forte. E ancora più forte è stata la sensazione che ho avuto camminando anche nella piazzetta, dove si girano le scene. L’emozione forte che ho avuto lì, è stata quella di sentire tanti attori che ci erano passati.
Non lo so, mi è sembrato come se avessi percepito le vite passate con il Paradiso delle Signore. Se contiamo anche il serale, questa è la decima stagione, per cui storie passate. Percepire quante storie siano state vissute all'interno di quel progetto e camminare in quelle strade, è stata un’emozione davvero forte. Non so, forse è arrivata l'energia anche dagli attori precedenti che sono stati su quel set in precedenza”.
A proposito di vite passate: c’è qualcuno che ti ha ispirato in particolare anche per recitare nei panni di Ettore?
“È una domanda un po' complicata. Forse, qualcuno ce l'avrò in mente, ma è un po' difficile”.
C'è un pezzo di Ettore che senti tuo e che ti somiglia particolarmente?
“È un po' complicato, perché nel momento in cui mi ritrovo nei panni di Ettore è come se spegnessi alcuni miei meccanismi ed entrassi nei suoi. È un personaggio un po' complesso e ha sofferto sicuramente. La sua sofferenza però anche il suo punto di forza forse, non lo so. Un altro suo punto di forza è che è un abile oratore, perché riesce a convincere spesso le persone. Posso dire anche che Ettore ha un’indole innata nel rinascere, nel riemergere dalle situazioni più complicate e la capacità di sapersela cavare sempre e quasi solo con le sue mani. Questa è stata una cosa che mi è arrivata molto del personaggio e che ho ammirato tanto. Mi piace questo suo modo di farcela da solo, di aver viaggiato, aver visto il mondo e di aver avuto, nella sua strada, anche il Paradiso.
Ha avuto molte difficoltà nel suo percorso, nel suo passato, ma è come se fosse stata più forte la sua voglia di riemergere, di rinascere, da cui poi derivano tutte le sue azioni.
Sicuramente, il rinascere anche nelle peggiori delle difficoltà è una caratteristica che mi tiene molto aggrappato al personaggio per interpretarlo”.
Come ti prepari quotidianamente per tenere in vita il tuo personaggio?
“In genere, mi organizzo il tempo per studiare i blocchi successivi, quelli che mi aspettano per la settimana successiva. Rileggo più volte le scene dell'episodio. Diciamo che mi concentro molto sul suo arco narrativo, cioè su quello che viene prima e su quello che viene dopo. Cerco di enfatizzare i discorsi, questa è una cosa che mi viene anche naturale leggendo i copioni.
Automaticamente mi sembra di leggere i copioni con la sua voce, con le sue intenzioni, con ciò che pensa e non con quello che dice, ma con quello che non dice. Questa è una cosa sul quale ho trainato molto. E’ come se indossasse una maschera, i costumi del teatro, più o meno. Anche se poi vedremo nell'arco del racconto, ci saranno momenti in cui ogni tanto questa maschera cadrà. Insomma, è sicuramente una grande sfida interpretare questo personaggio e mi sta dando tanto”.
Se ad esempio Ettore vivesse nel 2025, anziché negli anni 60, che uomo sarebbe?
“Scapperebbe. No, a parte gli scherzi, penso che avrebbe riscosso molto successo nel suo lavoro. Lo vedrei probabilmente come un informatico o un esperto di bitcoin.
Comunque, una qualità che ha Ettore è che riesce a vedere più in là del tempo che vive. Infatti, anche nelle sfide che sono state fatte al Paradiso dei Signore, era stilista e faceva sempre abiti che in realtà non erano proprio di quegli anni, ma erano come appartassero ad un’epoca più
avanti. Ettore ha persino fatto un abito che sembra realizzato quasi ai giorni nostri. Per cui è una gran qualità che ha, è che sa proiettarsi in avanti col tempo. Quindi, chiaramente è una persona molto intelligente perché riesce a vedere oltre”.
Se un giorno potessi diventare uno degli sceneggiatori de Il Paradiso, che cosa faresti del tuo personaggio?
“In realtà, hanno continuato a scriverlo e la realizzazione di Ettore è una scrittura che mi piace molto.
È molto all'avanguardia, dinamico, quindi in realtà per il momento non cambierei nulla, perché mi sta piacendo veramente tanto. E anzi infatti quando mi arrivano i nuovi blocchi, sono sempre lì a vedere cos'è successo, perché sembra veramente che in ogni puntata ce ne sia uno con una cosa diversa che succede o un nuovo guaio.
Quindi, continuerei sulla strada che stanno percorrendo gli sceneggiatori per Ettore”.
Dato che ti capita di riguardarti spesso in tv, cosa miglioreresti durante la tua recitazione nelle scene?
“Io so che rivedersi aiuta tanto ed è un consiglio che darei agli attori. Forse l’unica cosa che migliorerei di me è di muovere meno le sopracciglia”.
Secondo te, come si evolverà il personaggio e cosa speri che la gente veda?
“Diciamo che più va avanti e più ci sono casini, in realtà. Cosa spero che veda la gente? Di base, non è un personaggio cattivo ma la gente deve capire che Ettore compie azioni sono un po' oltre le righe, no? Però, spero anche che le persone ne colgano il lato umano e la fragilità”.
Che cosa ti fa staccare per davvero fuori dal set?
“Il Fantacalcio. Sì, può sembrare strano ma è una cosa che confido spesso con i miei amici. Pochi giorni fa, in realtà, c'è stata la festa del Festival del Cinema a Roma e sono andato ad assistere a una presentazione, dove c'era Bellocchio che raccontava dei Pugni in tasca e anche quello mi ha fatto staccare un po' dal set de Il Paradiso delle Signore. Poi mi fa staccare dagli impegni, anche sentire la mia famiglia che vive in Veneto, sentire che stanno bene. E questo, insomma, tornare alla vita di Elia e lasciare Ettore un attimo lì dov'è, per farlo riposare”.