Prosegue senza soluzione di continuità il dibattito riferito a riforma Pensioni 2014-2015 e previdenza: al di là delle singole vertenze ancora aperte - pensiamo al caso dei lavoratori precoci o ai lavoratori esodati -, a tenere banco in queste ore sono alcune importanti proposte finalizzate a rendere il sistema previdenziale più flessibile e meno rigido. Il dibattito al riguardo si è fatto molto più intenso di prima una volta archiviata la Legge di Stabilità, come se i mancati interventi abbiano costituito una sorta di goccia che ha fatto traboccare il vaso; in questo momento si va ragionando in particolare su nuove forme di prepensionamento e sulla configurazione di strumenti che i lavoratori decideranno di adottare o meno su base volontaristica, con l’istituto della Mini-Pensione proposto dal Commissario INPS Tiziano Treu a guidare le fila delle ipotesi al vaglio.





Anche il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano, dopo un periodo di ‘latitanza’, è tornato a parlare di riforma pensioni 2014-2015 e prepensionamento, arrivando a dichiarare come l’istituzione di Quota 100 sarebbe l’ipotesi migliore in vista di un riassetto dello stesso istituto del prepensionamento. Il problema più rilevante consiste nel fatto che l’attuale contesto di riferimento appare talmente infuocato da impedire di per se stesso lo sviluppo di un dibattito armonico e condiviso: a spiccare su tutti la vera e propria guerra che il premier Renzi sta combattendo con CGIL e Sindacati, segno evidente di una profonda scollatura tra chi governa e chi dovrebbe mediare rispetto alle istanze dei governati.



Riforma pensioni 2014-2015, prepensionamento e Mini-Pensione: Renzi, CGIL, Damiano e Treu – Atteggiamento del Premier fa riflettere

Come accennato in apertura, all’indomani della Legge di Stabilità (che oltre all’incremento della tassazione sui fondi pensione integrativi dall’11,5 al 20% non ha portato significative novità) il dibattito in tema di riforma pensioni 2014-2015 e prepensionamento è tornato prepotentemente in auge: due le ipotesi che tengono al momento banco, quella firmata Cesare Damiano (Quota 100 come soglia di uscita dal lavoro da doversi maturare in qualità di somma tra età anagrafica e contributiva) e quella proposta da Tiziano Treu, Commissario dell’INPS (Mini-Pensione da doversi concedere a chi abbandoni l’impiego prima della naturale scadenza). Se da un lato Damiano e Treu sono protagonisti del dibattito incentrato su riforma pensioni 2014-2015, prepensionamento e Mini-Pensione, dall’altro il premier Renzi e la CGIL (con in testa il leader Camusso) continuano ad esibirsi in un botta e risposta che fa solo del male ad un paese in difficoltà come l’Italia. Eppure l’atteggiamento tenuto da Renzi fa parecchio riflettere: è ormai sotto gli occhi di tutti la crisi di identità dei sindacati che stentano a rappresentare come un tempo le istanze dei lavoratori, ma ignorare l’esistenza di quella che è comunque una storica valvola di intersezione tra lo stesso governo e i cittadini/lavoratori destinatari di quanto stabilito ai piani alti della politica è tutt’altra cosa. Ad esser saggi sarebbe opportuno scendere a compromessi, ma la saggezza si sa non è propriamente una delle qualità di Renzi: nonostante la situazione si faccia sempre più pesante rimane assoluta la necessità di intervenire sul sistema previdenziale dando vita ad una pur minima riforma delle pensioni 2014-2015 che risulti quanto meno in grado di tracciare la via; seguiremo i futuri sviluppi, se desiderate continuare a rimanere aggiornati vi invitiamo a cliccare il tasto ‘Segui’ in alto a destra.