Più soldi ai presidi, solo un 'contentino' per il tanto osannato 'merito degli insegnanti'. Queste sono le intenzioni del governo Renzi per quanto riguarda la prossima riforma della Scuola. L'esecutivo, infatti, intende 'premiare' i dirigenti scolastici con un aumento di stipendio di circa 400 euro al mese: tale incremento della retribuzione è dovuto alle maggiori responsabilità che riguarderanno le scelte formative e didattiche, nonchè quelle relative al merito dei docenti e alla conseguente valorizzazione delle risorse umane.
Stipendi insegnanti: solo 25 euro di 'premio' e la 'Carta del professore'
Il tanto esaltato principio della premialità, alla fine, comporterà un aumento medio di soli 25 euro al mese che spetterà, comunque, solo a quegli insegnanti ritenuti meritevoli dal dirigente scolastico e dagli altri organi predisposti alla valutazione dei docenti. Per quanto riguarda la formazione (che sarà obbligatoria) si parla di 40 milioni di euro come fondi da stanziare per l'erogazione dell'ormai celebre voucher di 50 euro euro al mese (per dieci mesi) ribattezzato come la 'Carta del professore' a cui abbiamo dedicato appositamente un nostro articolo.
Scuola, stipendi docenti e scatti di anzianità: solo un rinvio?
Per quanto riguarda, invece, la questione dei gradoni, ovvero i cosiddetti scatti di anzianità, il governo ha ribadito che non saranno 'toccati', ma l'impressione è che si tratti solo di un rinvio di un provvedimento che appare inevitabile. E' possibile, infatti, che gli scatti di anzianità possano essere rivisti in sede di emanazione dei prossimi decreti legislativi: se consideriamo, infatti, che la legge delega menziona, in maniera inequivocabile, l'istituzione del ruolo unico dei docenti sembra inevitabile che si arrivi ad una revisione dei meccanismi di calcolo degli stipendi.
Tutto ciò, non dimentichiamolo, senza alcun rinnovo del contratto: non c'è che da aspettarsi una primavera particolarmente agitata sul fronte delle proteste degli insegnanti, sia contro i 'super poteri' dei dirigenti scolastici, sia per quanto riguarda i possibili 'pericoli' di 'adeguamento' (o per meglio dire riduzione) degli stipendi.