La questione se sia meglio mandare i figli alla Scuola pubblica o alla privata viene affrontata nell'aula di un tribunale milanese chiamato a dirimere la controversia sorta tra due coniugi separati che non trovavano l'accordo per assicurare l'istruzione ai ragazzi. In un articolo di Repubblica del 30 marzo 2016 a firma di Franco Vanni, pubblicato nella cronaca locale milanese, viene riportata la notizia di una sentenza del Tribunale di Milano. La decisione del giudice è destinata a riaprire la vecchia polemica tra scuola pubblica e scuola privata chiamando in causa la presunta neutralità che deve avere l'istruzione nell'educazione dei minori.A conferma di quanto la magistratura stia intervenendo a correggere le lacune della politica che non trova il giusto equilibrio tra scuola pubblica e scuola privata,anche la Corte d'Appello di L'Aquilache si è pronunciata nei giorni scorsi in merito alla questione scuola.

Una sentenza che farà discutere

Il fatto nasce in conseguenza della decisione della coppia di separarsi e di trovare un accordo circa il fatto di continuare a tenere i due figli di 9 e 12 anni nell'Istituto Cattolico iniziale per garantire la continuità. Il papà non condivideva questa scelta della madre dei due ragazzi e dunqueadesso arriva la sentenza emessa lo scorso 18 marzo da Giuseppe Buffone, giudice della IX sezione civile del Tribunale di Milano, con la quale si dice espressamente che i figli della coppia separata che si era rivolta alla magistratura devono andare alla scuola pubblica. Da rilevare che le statistiche dei tribunali annoverano tra i casi di lite tra coniugi in misura maggiore proprio quelle che riguardano la scuola.La discussione che vede i genitori degli studentialle prese con questa scelta importante si arricchisce di un nuovo spunto di riflessione.

La motivazione della sentenza

Ciò che ha portato il giudice di Milano a sentenziare verso la scuola pubblica è stata la convinzione che per garantire l'interesse dei minori verso scelte culturali/educative neutrali e adeguate sia necessario andare in questa direzione. La scuola privata non risponde a queste esigenze e pertanto l'Ufficio giudiziario orienta la sua preferenza in favore dell'istruzione pubblica.

Dal momento che i coniugi non avevano dato indicazioni concordanti e dato che non esistono controindicazioni evidenti, la scelta del tribunale milanese non può che ricadere sul pubblico, ritenendo che questi sia l'unico in grado di garantire la neutralità senza condizionare l'educazione.