Lo scorso 12 dicembre ha avuto inizio a Brindisi un processo che vede come imputati 13 dirigenti della Centrale Enel di Brindisi Sud. In occasione di questo evento gli attivisti di Greenpeace Italia hanno affisso negli appositi spazi della città dei manifesti all’interno dei quali è raffigurata l’immagine della Centrale Enel con una scritta che recita espressamente: “Le centrali a carbone della tua città hanno nuovi filtri”, mentre in una seconda parte del manifesto è raffigurata l’immagine di una bambino o di una bambina, accompagnata da una ulteriore frase a completamento della precedente: “I polmoni di (nome proprio)” e con l’ulteriore indicazione dell’età del minore o della minore.

L’obiettivo dichiarato di Greenpeace è dunque quello di giungere allo spegnimento delle centrali a carbone presenti in Italia: l’impatto sulla salute, in particolare su quella dei bambini e dei nascituri, è gravissimo, afferma in sintesi Greenpeace Italia, e si sostanzia nelle seguenti patologie: deficit nello sviluppo neonatale, deficit polmonari, malattie respiratorie, asma infantile, disordini dello sviluppo, patologie neuronali, cancro.

A supporto di queste affermazioni Greenpeace Italia cita un rapporto della Agenzia Europea per l’Ambiente del 2011 all’interno del quale la stessa centrale a carbone di Brindisi è stata segnalata come il sito industriale più inquinante d’Italia. L’inquinamento in questione, sempre in base al rapporto Aea del 2011, e in relazione a dati risalenti al 2009, avrebbe determinato una mortalità prematura stimata in 119 casi all’anno.

Sempre nel 2011 da uno studio realizzato dall’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr di Lecce e da quello di Pisa, in collaborazione con l’Unità operativa di neonatologia dell’Ospedale Perrino di Brindisi, con l’Asl di Brindisi e con l’Università di Pisa, è emerso che nell’area del brindisino interessata dalla presenza di detto impianto industriale si è registrato un eccesso di patologie neonatali pari al 18% in più rispetto alla media europea.

Con riferimento alle sole malattie di natura cardiovascolare il dato è ancor più preoccupante: si parla del 68% in più rispetto alla corrispondente media europea.

Greenpeace Italia, in conclusione, propone il progressivo abbandono delle centrali elettriche a carbone attraverso un iter che dovrebbe portare al loro dimezzamento entro il 2020 e al completo azzeramento entro il 2030.

Allo stato attuale le centrali elettriche a carbone in Italia, oltre alla Centrale Enel di Brindisi, sono in tutto dodici: Centrale di Brindisi Nord (BR) di proprietà della Edipower Spa; Centrale di Fiumesanto (SS) di proprietà di E.ON Italia Spa; Centrale di Monfalcone, di proprietà di A2A Spa; Centrale di Torrevaldaliga Nord di proprietà di Enel Spa; Centrale di Vado Ligure di proprietà di Tirreno Power Spa; Centrale di Brescia di proprietà di A2A Spa; Centrale di Genova di proprietà di Enel Spa; Centrale del Sulcis di proprietà di Enel Spa; Centrale di Fusina di proprietà di Enel Spa; Centrale di Marghera di proprietà di Enel Spa; Centrale di La Spezia di proprietà di Enel Spa; Centrale di Bastardo di proprietà di Enel Spa.