Assolto perché il fatto non sussiste. Si conclude nel migliore dei modi il processo a carico di Erri De Luca. Lo scrittore napoletano doveva rispondere dell’accusa di istigazione a delinquere per le sue dichiarazioni avverse alla linea Tav Torino-Lione. Un reato d’opinione per il quale i pubblici ministeri Andrea Padalino e Antonio Rinaudo avevano chiesto otto mesi di detenzione. L’utilizzo del verbo sabotare è divenuto la chiave del dibattimento. Proprio De Luca, nella fase che ha preceduto la lettura della sentenza, ha voluto rendere una dichiarazione.

Le sue parole hanno lasciato il segno perché hanno rivendicato il diritto di sostenere che la Tav va “intralciata, impedita e quindi sabotata”. Non per una questione politica ma per difendere legittimamente un territorio e le risorse naturali che lo compongono: il suolo, l’acqua, l’aria.

La disobbedienzacontinua

Applausi e slogan hanno accompagnato la lettura del dispositivo che ha assolto De Luca. Numerosi esponenti no Tav si sono stretti intorno a colui che è divenuto, suo malgrado, il simbolo di una resistenza che pur nell’ombra prosegue ogni giorno. Lo stesso scrittore, subito a caldo, ha voluto ribadire il sostegno a quei cittadini disobbedienti: “Esprimerò ancora le mie convinzioni e la Valle di Susa resta una questione che mi riguarda”.

Al di là dei tanti attestati di affetto incassati dal napoletano, è spiccato il silenzio assordantedei colleghi italiani. “Sono degli assenti e si notano - ha stoccato De Luca - e si sono presi la responsabilità della loro assenza”. In Francia il caso dello scrittore ha avuto invece una risonanza mediatica elevata, con gli intellettuali a guidare il coro pro De Luca.

La speranza per il domani

Sull’esito del processo a carico dell’autore napoletano è intervenuto Emilio Del Mastro, esponente dell’associazione Pro Natura Torino, che si oppone alla costruzione della Tav. “Il fatto non costituisce reato sarebbe dovuta essere la sentenza finale - ha affermato Del Mastro - ma forse i giudici avevano paura di risultare impopolari di fronte a una figura bella come De Luca”.

Resta in ogni caso la soddisfazione: “Speriamo sia un cambiamento di indirizzo della magistratura che in effetti negli ultimi tempi ha modificato un po’ il suo modo di agire nei confronti di chi si oppone al Tav”. In bilico resta il destino di quattro attivisti del movimento finiti sul banco degli imputati per il reato di terrorismo: “Le accuse dei giudici torinesi per i ragazzi che saranno processati il prossimo 30 ottobre sono state ritenute fuori luogo anche dalla stessa Cassazione”.

L’inutilità della linea Tav

“Se non fosse per il fatto che siamo in alta montagna, dovremmo dire che siamo in alto mare”. Fotografa così lo stato dei lavori Del Mastro. “A dispetto di quello che sostengono i sostenitori della Tav con la complicità degli organi di stampa - ha attaccato - in realtà l’unico scavo che hanno fatto è la metà di un tunnel geognostico che serve ad assaggiare il terreno in cui si lavora”.

Anche in questo caso la beffa è servita: “Il suo completamento avverrà nel 2017 e non entro il 2015 come da programmi”. “Questo significa - ha sottolineato - che i ritardi causeranno la perdita dei finanziamenti dell’Ue che scenderanno da 720 a 400 milioni di euro”. Un’improvvisazione che gli italiani pagheranno cara: “La Val Susa è un territorio già martoriato”. “La resistenza continua - ha concluso Del Mastro - perché è meglio fermarsi prima di fare un danno maggiore”.