Sembra che il nostro destino sia legato agli eventi atmosferici che sempre più velocemente stanno cambiando le sorti del pianeta, ma quali sono i veri rimedi che potrebbero far retrocedere questa incombente tragedia prospettante la scomparsa dell'umanità? A parte gli scienziati che da tempo studiavano gli effetti dell'industrializzazione sul clima, nessuno era al corrente di quello che succedeva e che inesorabilmente stava avvelenando l'umanità. La 'premonizione' di allora non è stata ascoltata e l'impoverimento delle risorse naturali iniziato prima degli anni '80, riporta oggi alla luce tutti gli effetti negativi della distruzione di interi ecosistemi, la conseguente estinzione di buona parte della flora naturale e quella di tanta fauna selvatica.

Tutto questo sembra inutilmente occultato nell'avanzare delle grosse industrie 'padrone' del potere commerciale mondiale, ma il perseverare di una politica di degrado ambientale cui si sono legati enormi fini speculativi, dopo trentacinque anni sembra aver portato i Governanti a cercare di dare una soluzione al declino; qualcuno si chiede se non sia già troppo tardi.

La tecnologia cancellata

Oggi dopo il COP21 ci si chiede quali saranno i rimedi che i potenti dovranno adottare, anche perché il pericolo del cambiamento climatico non è più la banale chiacchiera di trentacinque anni fa quando sembrava che le grandi ciminiere industriali, 'fumando' prospettavano una sana economia e invece sporcavano il limpido cielo della nostra giovinezza.

Oggi stiamo guardando quello che è stato seminato mentre abbiamo lasciato indietro una tecnologia che avrebbe permesso di respirare l'aria pura che l'industrializzazione ci ha privato. Abbiamo avuto l'opportunità di circolare senza inquinare, ma da anni e con forza è stata abolita questa prospettiva. Pochi ricorderanno le auto boicottate di cui nessuno più parla, come ad esempio quella del progetto Marconi, l'auto elettrica che percorreva 900 km senza ricarica e che utilizzava batterie di solo 135 kg, oppure la EV1 della General Motors di cui venne quasi occultata la notizia, quest'auto divenne lo status symbol di personaggi allora in vista e fu tolta con forza a loro e dal mercato, per essere rottamata in fretta e furia.

Questo ha portato il giovane regista Chris Paine, anch'esso vittima del prelievo forzoso, a creare un documentario intitolato "Chi ha ucciso l'automobile elettrica?" dove apparvero gli attori Tom Hanks e Mel Gibson.

Vincerà l'incoscienza o la paura?

Le multinazionali dell'oro nero sono riuscite a cancellare le speranze di un mondo alternativo all'inquinamentoe molte delle sue vittime oggi potrebbero ancora parlare.

Aggiungiamo la storia del furgone ad acqua visto in funzione dall'allora Sindaco Formentini, o di EOLO, l'auto che andava ad aria compressa e che dopo essere stata presentata ne fu misteriosamente insabbiata la produzione, oppure l'auto ad aria compressa di Vittorio Sorgato presentata al Salone di Torino e provata dallo stesso Gianni Agnelli, la famosa auto resa famosa nel programma di Enzo Tortora "Portobello", alla fine fu lasciata nell'oscuro dei suoi mancati finanziatori. Oggi tutto questo lo stiamo pagando e non saranno mai sufficienti i giorni che potremo o vorremmo tenere chiuse le nostre città al traffico e continuare con le targhe alterne perché il declino è iniziato, come è inutile la costruzione di auto 'eccellenti' se queste continueranno a viaggiare per mezzo del carburante inquinante.

Probabilmente le settimane passate a discutere un rimedio al gravoso problema del riscaldamento del pianeta, sarà come ogni cosa fatta volare in fumo se non verrà tolta la 'sabbia da questi eccellenti innovativi motori.