La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile il referendum contro le trivelle nei mari che circondano il nostro Paese. I referendum erano inizialmente sei, tutti dichiarati ammissibili dalla Corte di Cassazione nello scorso mese di novembre, ma cinque sono stati ‘neutralizzati’ dalle specifiche norme introdotte nella Legge di Stabilità 2016; l’unico quesito rimasto in piedi è quello che riguarda la durata della concessione per le trivellazioni.

Esultano i movimenti No Triv, nati a sostegno dell’iniziativa delle Regioni Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise, promotrici dei referendum.

Il referendum contro le trivelle: ammissibile il quesito sulla durata dei permessi

Il referendum dichiarato ammissibile dalla Corte Costituzionale riguarda una norma introdotta con il decreto Sviluppo del 2012 sulla concessione delle autorizzazioni alle trivellazioni entro le 12 miglia marine e successivamente modificato dal governo Renzi; modifica con la quale si estende la durata della concessione ‘fino alla durata utile del giacimento’, rendendo di fatto illimitata nel tempo la concessione alle trivellazioni.

In seguito alla sentenza della Corte Costituzionale, i cittadini saranno ora chiamati ad esprimersi per l’abolizione di questa norma.

I referendum inizialmente proposti dalle nove Regioni (una decima, l’Abruzzo, ha deciso all’ultimo momento di ritirare il proprio appoggio) erano sei ed erano stati inizialmente dichiarati tutti ammissibili dalla Corte di Cassazione.

Le modifiche introdotte dal governo nella Legge di Stabilità hanno permesso il superamento di tre quesiti accogliento, di fatto, le richieste delle Regioni promotrici.

Sugli altri due non ritenuti ammissibili dalla Consulta, le Regioni promettono comunque di non arrendersi, in modo particolare per quello che riguarda l’abrogazione, da parte del governo, del ‘Piano delle Aree’ che obbligava lo Stato a definire le aree nelle quali è possibile avviare dei progetti di trivellazione.

Esultano No Triv e presidenti delle Regioni che hanno proposto il referendum

Soddisfazione per la sentenza sull’ammissibilità del referendum contro le trivelle è stato espresso dal movimento No Triv per il ruolo di rappresentanza dei cittadini restituito alle Regioni.

Dello stesso tenore i commenti dei governatori delle Regioni promotrici che contano, ora, sulla volontà da parte del governo di evitare un referendum il cui svolgimento in concomitanza con le elezioni amministrative potrebbe avere un pericoloso, per la maggioranza di governo, effetto traino, dal momento che i favorevoli alle posizioni No Triv possono contare su sondaggi che li danno in vantaggio con il 67% dei voti.