È arrivata la tanto temuta decisione della Corte di Giustizia dell'Unione Europea in seguito alla battaglia giudiziaria riguardante l'abbattimento degli ulivi colpiti dal virus xylella nel Salento. Il virus xylella provoca la morte degli ulivi per disseccamento e ha fatto la sua prima comparsa nel 2013 in Puglia. La Commissione Europea, nel 2015, aveva ordinato agli Stati Membri di procedere all'abbattimento non solo delle piante malate ma anche di quelle sane presenti nell'arco di 100 metri da quelle colpite dal virus. Questo perchè vengono ritenute potenzialmente a rischio contagio.
La decisione era stata impugnata al TAR del Lazio il quale aveva sospeso l'abbattimento degli ulivi sani vicini a quelli colpiti dal virus e aveva chiesto alla Corte di Giustizia Europea di esprimersi sulla validità della decisione della Commissione Europea. Oggi è arrivato il verdetto che convalida la correttezza di quella decisione. Quindi la Commissione Europea può legittimamente ordinare che vengano abbattutti anche gli ulivi potenzialmente a rischio, ovvero quelli presenti nell'arco dei 100 metri a quelli disseccati.
La Corte precisa che l'abbattimento non è in contraddizione con il trattamento fitosanitario previsto per gli ulivi. Ciò perchè il trattamento riguarda il diffondersi degli insetti vettori portatori del virus.
Il trattamento limiterebbe la diffusione del virus ma non è di per sé sufficiente a evitare il successivo abbattimento della pianta. Pur non essendoci una dimostrazione scientifica del rapporto tra virus xylella e disseccamento rapido degli ulivi, la Corte spiega che basta il principio di precauzione per poter legittimare decisioni come l'abbattimento.
Inoltre la Corte raccomanda che l'abbattimento delle piante sane deve essere strettamente proporzionale alle esigenze di protezione fitosanitaria perseguito. La distanza dei 100 metri è stata calcolata sulla base che il vettore portatore della malattia è una cicala che compie brevissime distanze e che nel primo periodo le piante infettate non presentano sintomi. In caso di evolversi di scoperte scientifiche in merito alla vicenda, la Corte si dice pronta a rivedere la propria decisione.