Con il forte Inquinamento delle falde dovuto a scarichi industriali e rifiuti, il problema dell’intossicazione del cibo è diventato significativo, soprattutto in un’epoca dove l’attenzione verso l’alimentazione è cresciuta parecchio (basti pensare al caso olio di palma). Di conseguenza, tra i consumatori si è diffusa l'esigenza di acquistare prodotti sani, che medici e nutrizionisti consigliano all'unanimità, ma che in realtà nascondono sempre delle insidie.
Queste insidie si chiamano pesticidi, agenti contaminanti, metalli pesanti e micro particelle, elementi dannosi che si introducono in tutto ciò con cui vengono a contatto.
Tra gli animali risultati gravemente contaminati c'è sicuramente il pesce. Trovandosi, suo malgrado, a dover nuotare in acque inquinate a causa di rifiuti tossici, plastiche, scarti petroliferi, il pesce assimila, nel corso della sua vita, sostanze dannose che rimangono "intrappolate" nel suo organismo, rappresentando una minaccia per noi nel momento in cui ci accingiamo a consumarlo.
Tuttavia qualche notizia positiva comincia ad arrivare. Infatti la quantità di mercurio nei pesci di grossa taglia dell’Oceano Atlantico sta registrando una diminuzione. Questo è quanto emerge da uno studio dei ricercatori di Harvard, dell’Università del Massachusetts e della Stony Brook University, pubblicato su "Environmental Science & Technology".
La ricerca si è basata su 1300 esemplari di tonno pinna blu dell’Atlantico, pescati tra il 2004 e il 2012. Fra tutti i campioni analizzati, inizialmente le concentrazioni di mercurio registravano, in media, una presenza che oscillava fra gli 0,25 e gli 0,30 mg per chilo. Con il passare del tempo è emersa una diminuzione del metallo di transizione di quasi il 20%, per arrivare ad una stabilizzazione dei quantitativi tossici intorno al 2010.
Un buon segnale, quindi, che gli studiosi attribuiscono ad alcuni accorgimenti virtuosi adottati dagli stabilimenti presenti in Nord America, che hanno ridotto emissioni atmosferiche e marine dei loro scarichi, oltre ad aver abbassato la quantità di mercurio utilizzata nei processi industriali. Quest'importante tendenza è stata confermata da altri studi che si sono focalizzati in particolare sui livelli di mercurio rilevati nell'atmosfera del Nord America, registrando una diminuzione del 20% tra il 2001 e il 2009.
Non c’è troppo da gioire, invece, se si sposta lo sguardo ad altre aree del pianeta. Se da una parte si raccolgono dati positivi, dall'altra si riscontrano alti quantitativi di mercurio. Nelle zone costiere asiatiche questo metallo è stato rilevato in maniera massiccia nell'aria, fattore che sicuramente va ad influire sulla presenza dello stesso nell'ecosistema marino, e quindi nei pesci che nuotano in quelle acque.