Sono oltre 600 le aziende e gli investitori che si sono rivolti al Presidente eletto Donald Trump affinché, anche nella prossima legislatura, vengano confermati e rispettati gli accordi dello storico incontro di Parigi della COP21.

Rispettare gli accordi per prosperità americana

I colossi dell'economica americana e globale si muovono in una direzione comune, salvaguardare l'Ambiente e sviluppare un business che sia sostenibile e compatibile con gli attuali accordi internazionali. Colossi dell'economia mondiale come Adobe, Allianz, eBay, Ikea Usa, Johnson & Johnson, L'Oreal, Unilever e Virgin hanno redatto un documento ufficiale dove chiedono di proseguire con la strada intrapresa dall'ex Presidente Barack Obama.

Un'economia efficiente e sostenibile per il fabbisogno energetico e al tempo stesso a basso impatto ambientale. Sospendere questo cambiamento in corso porterebbe a un fallimento generale e porterebbe rischi di decrescita alla "prosperità americana".

Mantenere gli impegni di Parigi

Nel documento presentato al Congresso, al Presidente Trump, all'ex Presidente Obama e ai leader mondiali, le società firmatarie chiedono di continuare con le riforme a favore dell'ambiente e a rispettare gli impegni presi a Parigi. Leggi che riducano le emissioni, sostegno alle imprese che si impegnano nella green economy, economia circolare sono i punti più discussi e ovviamente la partnership degli Stati Uniti all'accordo di Parigi.

Confermare gli impegni presi dall'amministrazione Obama porterà ottimismo negli investitori che sostengono le imprese pronte al cambiamento green.

Gli accordi di Parigi sono stati storici e un vero punto di svolta nell'economia mondiale, allo stesso tavolo Cina, India, Stati Uniti e la Comunità Europea si sono impegnate nel ridurre le emissioni e favorire l'economia verde.

Come riportato da Sky Obama commentò gli accordi con la celebre dichiarazione: “L’accordo di Parigi non risolve da solo il problema del clima, ma è la scelta migliore per salvare il pianeta” mentre il segretario generale dell'Onu, Ban Ki Moon commentò definendolo "un momento storico per il pianeta".