Oltre 130mila persone sarebbero esposte ad Acqua non sicura in veneto. Le concentrazioni di Pfas, cioè le sostanze perfluoro - alchiliche che hanno inquinato le falde acquifere della Regione, sono così alte che, se si adottassero i criteri di sicurezza americani, l'acqua di più di 90 Comuni sarebbe dichiarata non potabile.
E non è tutto. Infatti i criteri in vigore negli Stati Uniti non sono i più restrittivi, poiché i più severi risultano i parametri svedesi. Se queste limitazioni riguardassero anche l'Italia, in Veneto salirebbe a 200mila il numero di abitanti esposti al pericolo di assunzione di sostanze chimiche.
Questi numeri sono stati forniti dall'associazione ambientalista Greenpeace che, sul suo sito, ha pubblicato i dati dell'analisi dell'acqua forniti dalle Asl. Lo scopo della denuncia è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica sui pericoli derivanti dallo stabilire livelli di tollerabilità troppo elevati per le Pfas.
Quali sono i pericoli di alte concentrazioni di Pfas?
I composti Pfas, come rilevano gli esperti, sono idrosolubili, e vengono assimilati rapidamente una volta assunti per via orale. Lo scandalo legato a queste sostanze chimiche, in Veneto, era scoppiato circa un anno fa, dopo un esposto dell'Arpa, inducendo l'Assessore alla Sanità della Regione, Lucio Coletto, a proporre di avviare uno studio epidemiologico, in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità, della durata di 10 anni.
Le analisi sarebbero dovute partire immediatamente, e le persone che fossero risultate positive alle Pfas sarebbero state monitorate ogni 6 mesi a partire dallo scorso gennaio.
Lo Iarc considera gli Pfas come "potenzialmente cancerogeni". Inoltre, siccome questi composti vengono eliminati molto lentamente dall'organismo, e si legano alle proteine presenti nel plasma sanguigno e nel fegato, gli studi condotti in America hanno dimostrato l'esistenza di una possibile correlazione con svariate patologie come colesterolo alto, disfunzioni renali, ipertensione e problemi alla tiroide.
In seguito ai risultati di queste ricerche, che hanno generato anche diverse cause civili e penali, oggi gli Stati Uniti considerano non potabile l'acqua che presenta una concentrazione di sostanze perfluoro - alchiliche superiore ai 70 nanogrammi per litro. In Svezia, invece, il livello di sicurezza è posto a 90 nanogrammi per litro.
Per quanto riguarda il Veneto, il parametro di riferimento sale a 1030 nanogrammi per litro.
Questo valore è stato stabilito dall'Istituto superiore di Sanità, tenendo conto delle linee guida dettate dall'Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare. Tuttavia proprio all'Interno dell'Iss, la direttrice del dipartimento Ambiente e prevenzione primaria, Loredana Musmeci, ha proposto di adottare dei criteri più in linea con quelli statunitensi. Infatti secondo la dirigente, i composti perfluoro - alchilici rimangono nell'organismo umano più a lungo rispetto a quanto riscontrato nelle cavie utilizzate durante gli esperimenti. Per questo motivo Greenpeace sta chiedendo con insistenza alla Regione Veneto - anche attraverso una petizione pubblica - che i limiti di sicurezza siano abbassati, e che vengano bloccati tutti gli scarichi di Pfas attivi.