L'Amazzonia è l'ecosistema più ricco di biodiversità al mondo e attraversa nove paesi del Sud America. Fra il 2000 e il 2007 è stata sottoposta ad un processo di deforestazione che, insieme al cambio d'uso dei suoli forestali, ha provocato il 75% delle emissioni del paese. Perciò, l'obiettivo che il Brasile deve raggiungere è Deforestazione Zero. Ciononostante, dal tavolo del presidente Michel Temer, a Rio De Janeiro, arriva un segnale allarmante che concerne un angolo della foresta amazzonica difficile da localizzare anche con le odierne mappe interattive: il presidente abolisce la National Reserve of Copper and Associates.

Qual è questo posto?

Si tratta di una riserva ambientale ricca di oro, ferro e altri minerali, che si trova nel nord del Paese, poco distante dalla foce del Rio delle Amazzoni, tra gli stati di Amapa e Para, vasta 46.000 chilometri quadrati che, approssimativamente, può essere considerata l'equivalente del Piemonte e della Lombardia messi insieme. Quest'area della foresta amazzonica, chiamata Renca, e situata fra altri territori protetti: parchi nazionali, territori indigeni e riserve biologiche, fu istituita come area protetta nel 1984, da parte dell'allora regime militare al potere a Brasilia, sebbene per ragioni più strategiche che commerciali, per consentire le estrazioni minerarie solo alle compagnie di Stato.

Ebbene, dopo oltre trenta anni, questa riserva cessa di essere protetta e viene aperta allo sfruttamento minerario, apprestandosi, dunque, a diventare nuova terra di conquista dei cercatori d'oro. Da quel momento in poi, le società minerarie di ogni parte del mondo hanno cominciato a fare pressioni.

Posizione del presidente e del governo

In un comunicato, il ministero per l'Estrazione e l'Energia assicura che il tutto avverrà nel pieno rispetto dell'ambiente e non si deve temere un cambiamento di legislazione. L'unico fine - puntualizza il ministero - è di incrementare gli investimenti, creare nuovi posti di lavoro e soprattutto far cessare le attività di estrazione illegale in Amazzonia.

Questa procedura fa parte di una serie di misure economiche e sociali adottate da Temper, il quale, oltre a ciò, ha annunciato la vendita delle azioni dell'Enel brasiliana, dell'Eletrobras e la cessione a privati di strade e aeroporti, in modo che ciò predisponga alla ripresa dell'economia, in declino da ormai tre anni.

Il "no" dell'opposizione ambientalista

Il senatore dell'opposizione Randolfe Rodrigues, sostenuto da altri gruppi ambientalisti, ripone la sua speranza nel blocco, da parte dei tribunali, dei nullaosta e delle autorizzazioni necessari allo sfruttamento della riserva, affermando che lo smantellamento di quest'area apporterebbe il peggior disastro che sia mai accaduto negli ultimi cinquanta anni, una devastazione che neppure la costruzione dell'autostrada trans-amazzonica aveva provocato. Infatti, le conseguenze potrebbero essere esplosioni demografiche, perdita della biodiversità, distruzione delle risorse idriche e motivo di conflitti territoriali. L'Inpe, l'istituto di ricerca sull'ambiente brasiliano, ha stimato che nel periodo tra agosto 2015 e luglio 2016 sono andati persi circa 8.000 chilometri quadrati di foresta, pari a cinque volte l'intera area di Londra.