Il mondo non è pronto ad un eruzione vulcanica che potrebbe verificarsi sul pianeta. Lo afferma un gruppo di scienziati leader nello studio dei grandi vulcani del mondo.

L'umanità secondo il loro parere, non ha ancora fatto i conti con un disastro vulcanico vero e proprio che non accade dal 1815, quando in Indonesia, l'eruzione del vulcano Tambora, uccise decine di migliaia di persone portando al famoso "anno senza estate" nel Nord America e in Europa.

L'effetto dell'immensa nube di fumo e polvere trasportata dal vento, si disperse in tutto il mondo con la conseguenza di un abbassamento della temperatura globale.

Il clima fu condizionato per mesi e rese l'anno successivo completamente privo dell'estate. Questa eruzione raggiunse il livello 7 dell'indice di esplosività vulcanica (VEI 7) in una scala di valori composto da un massimo di 8 livelli.

Cosa accadrebbe dunque alla nostra società se si verificasse un evento paragonabile all'eruzione del Tambora?

Il vulcanologo Chris Newhall afferma che un'eruzione di questa portata potrebbe tranquillamente verificarsi a breve come in un futuro più lontano, ma che in ogni caso i ricercatori e i funzionari governativi, dovrebbero già preparasi per pianificare un'eventuale emergenza.

Newhall, insieme al vulcanologo Stephen Self dell'Università di Berkley e ad Alan Robock, scienziato del clima presso la Rutgers University di New Brunswick, ha studiato a lungo l'eruzione del Monte Saint Helen nello stato di Washington nel 1980, registrata come eruzione VEI-5.

Ma un'eruzione VEI-7 sarebbe una cosa totalmente diversa: nell'anno 1257, un'eruzione di VEI-7 in quella che oggi è l'Indonesia, ha raffreddato il pianeta al punto di innescare un'ondata fredda di diversi secoli, chiamata "la Piccola Era Glaciale". I sistemi finanziari, l'agricoltura, l'assistenza sanitaria e altri numerosi aspetti della vita, oggi sono interconnessi tra di loro: toccare una sola componente potrebbe mettere a rischio l'intera catena.

Pensiamo solo al fatto che la nube di fumo di un eruzione VEI-7, potrebbe complicare la trasmissione dei dati attraverso i satelliti. Il disagio riguarderebbe aerei e altri mezzi di trasporto e il cambiamento climatico seppure temporaneo, avrebbe effetti devastanti sull'economia globale.

Janine Krippner, vulcanologa della Concord University di Atene, concorda con lo studio dei tre vulcanologi, sottolineando l'importanza della preparazione da parte degli scienziati e dei governi: "Anche in presenza di una minima possibilità che si verifichino eventi catastrofici, dobbiamo indagare su eruzioni potenzialmente devastanti, al fine di guidare le persone su ciò che dovrebbero fare in caso di emergenza".