Tra qualche miliardo di anni, il nostro intero universo potrebbe davvero finire: precisamente, ad Harvard, hanno stimato che potremmo continuare ad esistere ancora per, minimo, “10 alla 58esima” anni. E’ questo il dato evidenziato dallo studio statunitense che, dopo aver analizzato il bosone di Higgs, (scoperto solo nel 2012), ha intuito che una sua insolita instabilità, potrebbe causare un’esplosione paragonabile a quella del Big Bang.
Infatti, in condizioni “normali”, la particella atomica brucerebbe ma, forse, questo avvenimento, in una speciale casistica, potrebbe non verificarsi.
Secondo i ricercatori, il decorso lungo miliardi di anni, potrebbe dunque non compiere il suo normale sviluppo ma, la particella atomica, potrebbe collassare e causare la suddetta esplosione catastrofica. Questo processo potrebbe essere, addirittura, già iniziato ma non lo si può stabilire con certezza poiché, il bosone, potrebbe essere lontanissimo rispetto al punto nel quale potrebbe cominciare ad essere osservato, essendo il nostro cosmo infinito.
Inoltre, al di là della totale e completa distruzione del nostro universo, verrebbero stravolte le leggi della fisica e della chimica, facendo collassare e distruggendo tutto ciò che era stato creato dall’esplosione del Big Bang.
L’universo come lo conosciamo e i possibili risvolti
Nelle condizioni attuali, lo “spazio” cosmico, può essere definito come se fosse in uno “stato di stallo”. E’ il fisico del Fermi National Accelerator Laboratory, Joseph Lykken, che afferma la totale incertezza della nostra situazione: l’universo, infatti, secondo il suo parere, si trova al limitare tra una posizione stabile e la sua più totale instabilità.
E’ come se, da un momento all’altro, potessimo trovarci a dover vivere un enorme esplosione che ci cancellerebbe definitivamente.
La particella atomica, finita “sotto inchiesta”, è il bosone di Higgs, teorizzato già nel 1964 ma di recente rilevazione fisica (2012). Quest’ultimo è fondamentale perché legato al campo di Higgs che, all’interno dell’universo, conferisce la massa alle altre particelle elementari.
La casistica, ipotizzata dall’università del Massachussetts, prevede un collasso solo nel caso in cui si registri una curvatura spazio-temporale. Qualora questa curva dovesse verificarsi, attorno ad uno spazio densissimo (un buco nero), verrebbero stravolte le leggi fisiche ed inoltre si andrebbero a far interagire le particelle in ogni genere di strane combinazioni.
Se, dunque, la primordiale esplosione del Big Bang ha dato il via all’universo che oggi abitiamo, il collasso della particella che dà forma a tutte le altre, causerebbe la finale distruzione di tutto quel che conosciamo.