Era normale che a lungo andare si corresse il rischio di essere ripetitivi. La Juventus il campionato, ormai, la vinto da un pezzo. Non lo diciamo da oggi e nemmeno dall'altro ieri.

D'altronde una squadra che vince 25 partite su 29 ha un unico destino davanti: quello di trionfare. Piuttosto interessante, semmai, la lotta alle spalle della Juventus dove i punti di distacco sembrano una voragine anche quando la squadra bianconera vince senza convincere completamente o senza dominare in senso assoluto com'è accaduto a Genova e Catania.

Peccato che tanta competitività non serva a brillare in Europa ma, anche questo, lo abbiamo già detto più volte.

Si tratta semplicemente del frutto di un sistema-paese che ha investito male e nel modo sbagliato. Spesso anche troppo. E che comunque è andato in controtendenza rispetto ad altri sistemi che funzionano già da tempo: come ad esempio quello tedesco.

Per sancire la Juventus campione d'Italia per il terzo anno consecutivo, impresa che ai bianconeri non riesce dagli anni '30, manca ancora poco, pochissimo. Poi sarà solo una questione di numeri e di record. Da battere o battuti. E la formazione di Antonio Conte, quest'anno, di record alle spalle può lasciarsene davvero parecchi.

In coda un passo importantissimo lo fa il Bologna grazie a un calcio di rigore che Lazaros Christodolopoulos si è procurato e ha trasformato in una partita di rara pochezza: a volte bastano episodi come questo per cambiare la stagione.

In una gara dove tutte le informazioni di coda hanno perso, il Bologna ha conquistato tre punti nemmeno troppo meritati ma importantissimi.

Della crisi dell'Inter, che ancora una volta soffre la sua bestia nera, l'Atalanta, forse è meglio parlare a parte. L'Inter ci ha provato ma non è stata, come spesso gli è capitato quest'anno, molto fortunata. Ma alla fine i risultati sono molto negativi anche per quello che doveva essere un anno di transizione che molti avevano presentato come un anno di ripartenza.