Walter Mazzarri inaugura la stagione 2014/2015 con una conferenza stampa grintosa e erudita al Paladolomiti di Pinzolo. Un'Inter mazzarriana più che mai, Ranocchia capitano, Rolando il desiderio, Vidic e la difesa a 3 e gli obiettivi per cui cita Oscar Wilde. Non è mancato niente nella prima mezz'ora di dichiarazioni ufficiali. «Per me è una seconda giovinezza, mi sembra di essere tornato al primo giorno in cui ho iniziato ad allenare - ha esordito il tecnico toscano - Sono carico, voglioso anche perché con la società c'è stata molta chiarezza e stima reciproca, e questo mi ha dato più forza.

I tifosi ci hanno accolto bene. Ho sempre rispettato l'opinione di tutti e con loro non ho mai avuto problemi. Certo che gli applausi personali fanno ancora più piacere e danno un ulteriore stimolo». Poi entra nel merito dei tanti temi caldi rivelando quale sarà la nuova Inter: «I dirigenti interisti mi hanno detto: "Vorremmo veder una squadra alla Mazzarri". Ecco io vorrei che fosse una squadra targata me, che avesse il mio spirito battagliero, che non mollasse mai e lottasse sempre fino alla fine. Una squadra con un'anima. Questa sarà la nostra base. D'altra parte io sono uno che non si accontenta mai, voglio far sentire i giocatori al primo posto e dopo un anno di esperienza mi sento più sicuro di ciò che voglio proporre».

Insiste WM: «Il Mondiale ci ha insegnato che non sempre bastano i valori tecnici, penso alle bellissime Costa Rica e Colombia. Nel calcio moderno bisogna avere una grande organizzazione, un grande gruppo e tanto atletismo. Servono per supplire al gap con chi sulla carta ha maggiori valori tecnici. La mia speranza quest'anno è di riuscire, come ho già fatto in passato, a supplire alle carenze qualitative con il carattere.

Sono la persona giusta al posto giusto per questo sono fiducioso». Incorona Ranocchia (nel fine settimana dovrebbe firmare il prolungamento): «Per me la fascia va a colui che dimostrerà di essere più professionale e Andrea Ranocchia è il più adatto, perché ha i requisiti per prendersi questa responsabilità. Poi starà a lui dimostrare di meritarlo».

Mazzarri sgombera il campo dai paragoni con il passato: «Non parlerò più della scorsa stagione, era un anno anomalo, di transizione. Inizia una nuova era che va valutata da oggi senza fare raffronti con il passato anche se penso che si è fatto bene perché l'Inter è tornata in Europa League. E io sono molto soddisfatto della società perché ha espresso con chiarezza quali sono gli obiettivi, i parametri economici e le potenzialità. Ho accettato il rinnovo perché credo nel progetto e ho recepito di avere la fiducia delle parti. Sono l'allenatore adatto e farò il meglio possibile in base a quello che abbiamo».

A proposito di budget, c'è la spina Rolando preferito a Astori: «I fatti dicono che l'ho sempre fatto giocare, che lo rivorrei, ma non dipende dalla mai volontà, non basta questo».

Come imposterà il lavoro? E ci sarà posto per la difesa a 4? «Lavorerò molto su quantità e spirito di sacrificio, dobbiamo avere qualcosa in più degli altri fin dalla prima amichevole. Vorrei che la società diminuisse il numero della rosa, non ci devono essere esuberi (Schelotto, Silvestre, Mudingay, ndr). E' fondamentale che sia una rosa abbastanza ampia da affrontare le tre competizioni che abbiamo, cercheremo di onorarle tutte e tre, ma non voglio scontenti. Per il lavoro sulla difesa ho semplicemente invertito i tempi. Mi mancano tanti giocatori che devono tornare dai Mondiali, lui è l'unico acquisto a parte Dodò ad allenarsi qui. Per lui ho iniziato con la difesa a tre per fargli capire i miei concetti e le mie intenzioni.

Voglio che il ragazzo assorba i miei concetti, non sarà difficile perché la difesa a tre è più facile nei meccanismi di quella a quattro. Quando ci saranno tutti lavorerò sulla difesa a quattro. Poi lui è esperto, non penso ci metterà molto a capire la difesa a tre». Mazzarri, sul tramontare della scorsa stagione, aveva mandato un messaggio chiaro alla società e ai tifosi: avrebbe lavorato da subito sulla difesa a 4. Non ha cambiato idea, ma ha bisogno di quel centrocampista a lungo richiesto e della rosa completa, mentre al momento diversi giocatori sono o in vacanza o ancora impegnati al Mondiale (Alvarez e Palacio). E soprattutto nel reparto difensivo manca Rolando, punto di riferimento l'anno passato, mentre Campagnaro è in uscita.

Entrambi i moduli, difesa a 3 e a 4, saranno provati e metabolizzati più realisticamente tra la fine del ritiro e in America. E gli obiettivi quali sono? Il divario con le prime quattro è stato colmato? «Definire è come limitare, certo è che dobbiamo superare a tutti i costi il primo confronto di Europa League in programma a fine agosto, poi ripeto voglio una squadra con carattere e spirito di sacrificio. Punto sul gruppo». I tifosi possono star tranquilli: in campo 11 lottatori con la voglia di arrivare sempre più in alto. Nessun obiettivo perché l'Inter non si accontenterà mai. Nel frattempo sembra finita la telenovela M'Vila dopo il braccio di ferro tra giocatore e Rubin che non vuole riconoscergli una buona uscita.

Medel sarebbe perfetto per gli schemi e il modo di intendere il calcio del tecnico di San Vincenzo. Il d.s. Ausilio è avanti nella trattativa con la solita formula: prestito con diritto di riscatto a 7 milioni. Il cileno non sarà a Pinzolo, ma potrebbe aggregarsi al gruppo durante la tournée a stelle e strisce.