Parole che fanno rabbia agli amanti del calcio quelle pronunciate da Marcello Nicchi, presidente dell' AIA, l' associazione italiana arbitri, secondo le quali l'arbitro Rocchi non avrebbe sbagliato nulla nella direzione dell'incontro Juventus- Roma, disputatosi domenica scorsa. A sbagliare, sempre secondo il presidente, sarebbero i milioni di tifosi nel valutare sempre le situazioni con pregiudizio e con la certezza di un sistema corrotto. Un po' una mania di persecuzione, tanto per intenderci, che all'estero invece non esisterebbe, poiché in quei campionati i tifosi non arrivano a postulare l'esistenza della manomissione della gare ufficiali: "In un altro paese non si sarebbe neppure parlato del suo arbitraggio, che non avrebbe destato tutto questo scalpore".

A sostegno della sua tesi di mania di persecuzione insita nella mentalità dei tifosi italiani, il presidente si rifà a quanto dichiarato dagli organismi Uefa e Fifa, organismi cioè internazionali e quindi non direttamente interessati all'episodio, le quali avrebbero giudicato le decisioni prese dall'arbitro toscano come "al limite" e quindi del tutto normali.

Non si esauriscono qui le parole di difesa del presidente nei confronti di Rocchi, etichettato come il miglior arbitro italiano e tra i primi cinque al mondo. "Sbagliare è umano. Soprattutto quando si deve dirigere una partita così importante che è poi uno spettacolo per tutto il popolo italiano. Non dovrebbe esser sospeso". Il calcio deve avere il peso che merita occorre smettere di ragionare per preconcetti, nutrendo dubbi sulla buona fede dell'arbitro in partite come queste.

Oltretutto il paese avrebbe cose ben più importanti cui pensare, continua Nicchi, come la disoccupazione dilagante e la criminalità piuttosto che starsene a pensare e a ripensare ad un incontro, fino a farne una questione di stato: "Diventa difficile parlare serenamente di arbitri e di calcio quando un deputato parlamentare fa un'interrogazione per un calcio di rigore in una partita di calcio, mentre tutto il paese è afflitto dalla disoccupazione".