Non tutte le storie d'amore hanno un lieto fine; una di queste è quella tra Mario Gomez e la Fiorentina. Il divorzio tra le parti sembra vicino. Ma andiamo con ordine. Tutto era iniziato nel migliore dei modi. Luglio 2012, Firenze era bollente e non solo per il caldo. Voci su voci, rumori costanti. La città gigliata e i suoi tifosi non aspettavano altro, Mario Gomez alla Fiorentina. Ma a Firenze ancora nessuno ci credeva, dopo anni di acquisti non troppo importanti, di bidoni e di bidonate da parte di tanti calciatori sul punto di firmare, arrivava un top player.

Più di duecento goal in Germania, punta essenziale, prima dello Stoccarda e poi del Bayern Monaco, due squadre vincenti. La città era in subbuglio. Gruppi di tifosi andavano allo scalo cittadino di Peretola ad aspettarlo. Ma Mario non arrivava, fino a quando l'ACF Fiorentina ne dichiarò l'ufficialità. E come nelle grandi squadre europee la presentazione del giocatore dove avvenne? Allo stadio. Con 20.000 persone. Era luglio e lo stadio era tutto un coro per il tedescone. Da lì in poi il buio.

Due anni fatti di infortuni, prestazioni non al top e poche reti. E pensare che quel campionato iniziò nel migliore dei modi. Una coppia con Pepito Rossi che sfondava difese. Ma durò poco, perché entrambi si infortunarono.

I tifosi fiorentini ricordano chi passa sul prato dell'Artemio Franchi. E ci sono poche segnature da ricordare. Su tutte quella alla Juventus in Europa League.

E pensare che Firenze si è anche divisa sul "Panzer". Chi amava Mario e chi non lo voleva più. Chi aveva fiducia e chi invece pensava fosse meglio darlo via. Ed adesso, in una città ancora più calda di quel luglio, Mario Gomez sta per salutare tutti.

Il tedesco è tenuto sott'occhio dal Besiktas, con cui si sarebbe già accordato. Alla Viola 8 milioni di euro, al giocatore un contratto biennale da 3.5 milioni per stagione.

E ora a Firenze chi arriva? Perso Salah, davanti manca velocità e peso. I nomi più caldi sono Mattia Destro e Fabio Borini. L'altro obbiettivo Calleri sembra sfumato almeno fino al mercato invernale.