Forse il problema dell'Inter era Frank De Boer. Di certo alcune gare perse, come quella con l'Atalanta, il tecnico le ha sulla coscienza. Ma ogni uomo nuovo ha bisogno di tempo: se nel 1960 non fossero stati concessi tempo e pazienza ad Helenio Herrera, probabilmente la storia del club sarebbe stata diversa. Ma all'epoca decideva Angelo Moratti, così come hanno deciso in prima persona i suoi successori, da Fraizzoli a Massimo Moratti passando per Ernesto Pellegrini. Chi regge i fili dell'Inter oggi e prende le decisioni importanti è un mistero: lo si era capito la scorsa estate con il 'caso Mancini'; si ha adesso la certezza di un desolante 'vuoto' con il nuovo allenatore che prenderà il posto di De Boer: ha diversi profili ma non ha ancora un nome, perché nessuno dei dirigenti nerazzurri ha ancora preso una decisione.
I due candidati principali
Sono sparite le ombre di Laurent Blanc e di Leonardo,quest'ultimo sarebbe stato il candidato ideale se quello che serve è un traghettatore che consegni la squadra nelle mani di Diego Simeone nella prossima stagione, almeno nei piani della società. A questo punto, un tecnico italiano che abbia buona esperienza in Serie A - anche se l'esperienza serve a poco per la panchina tradizionalmente 'bollente' dell'Inter - potrebbe essere una scelta saggia ed in tal senso il profilo individuato è quello di Stefano Pioli. Con l'ex allenatore della Lazio sarebbe stato già raggiunto un accordo di massima per un contratto di un anno e mezzo, Pioli avrebbe il favore di Piero Ausilio e Giovanni Gardini, in poche parole della dirigenza italiana e, soprattutto, dello spogliatoio nerazzurro.
In fin dei conti, quest'ultimo è il parere che conta davvero. I cinesi invece starebbero spingendo per un grande nome di richiamo internazionale: in particolare l'agente Kia Joorabchian, uomo di fiducia del patron di Suning, Jindong Zhang, starebbe premendo per l'arrivo sulla panchina dell'Inter di Guus Hiddink. Sulla carriera dell'allenatore olandese, colma di successi importanti alla guida di squadre di club e Nazionali, non c'è davvero nulla da dire.
Quello che sconcerta, piuttosto, è questo disaccordo tra le due anime nerazzurre che lascia aperto un interrogativo su chi, all'interno della società, abbia effettivo potere decisionale. La questione, peraltro, era emersa mesi fa quando l'ex tecnico Roberto Mancini trascorse un'estate da 'separato in casa'. Probabilmente, se l'esonero dell'allenatore fosse arrivato già a luglio e, conseguentemente, fosse stato dato modo di lavorare da subito a Frank De Boer o qualunque altro tecnico, le cose sarebbero andate diversamente.
Difficile dirlo con il senno del poi ma è chiaro che tutta la questione è stata gestita nel peggiore dei modi.
Il 'caso Gabigol'
Da grande colpo di mercato soffiato a Juventus e Barcellona a possibile 'bidone' e non certo per colpa sua. Davvero strana la storia di Gabriel alias Gabigol all'Inter, il talento brasiiano che finora ha visto il campo soltanto per una manciata di minuti contro il Bologna. Con l'arrivo del nuovo tecnico è auspicabile che le cose cambino, considerata la cifra importante che la società ha investito nel giovane attaccante. Il primo ad augurarselo è il diretto interessato che, a causa del suo impiego con il contagocce in nerazzurro, ha perso la Nazionale. Tite lo aveva convocato a settembre per gli impegni del Brasile contro Ecuador e Colombia; poi lo ha ovviamente ignorato per le successive gare di qualificazione ai Mondiali di Russia 2018 non avendo alcuna possibilità di visionare il suo stato di forma.
Se Gabriel non trova spazio nell'Inter, potrebbe esprimere il desiderio di cambiare aria e dalle parti della Premier League si sarebbero già fatte avanti due squadre in vista della finestra di mercato di gennaio. Si tratta del Chelsea e del Leicester, tanto Antonio Conte quanto Claudio Ranieri, infatti, nutrirebbero parecchia stima nei confronti dell'ex attaccante del Santos il cui costo si aggira sui 30 milioni di euro.