Un fuoriclasse che ha vinto tutto come Dani Alves ma ha ancora 'fame'; giocatori di grande esperienza come Carlos Sanchez e Vermaelen, giovani talentuosi come Joao Mario, Gabriel, Gerson e lo sfortunato Milik. Sono alcuni tra i nuovi componenti della "legione straniera" del campionato italiano 2016/2017. Alcuni, come sempre, faranno la fortuna delle squadre che li hanno acquistati, altri potrebbero fallire il proprio 'esame di italiano'. In ogni caso entreranno a far parte della storia della Serie A con capitoli più o meno importanti: il calcio è questo, denso di giocatori che ne hanno tracciato gli annali ed alimentato leggende ma anche di atleti che hanno dato vita a "leggende al contrario".

Leggende metropolitane

Il caso più 'leggendario' è quello del brasiliano Luis Sivio Danuello, centrocampista offensivo acquistato nel 1980 dalla neopromossa Pistoiese e vittima di un'incomprensione 'linguistica'. Silvio si sarebbe presentato come "ponta", termine portoghese per indicare l'ala destra, equivocato come "punta". Dopo 6 deludenti partite sarà messo fuori rosa. Sul suo conto saranno create vere leggende metropolitane: si dirà che non era un vero calciatore, che aveva recitato addirittura in pellicole a luci rosse e che faceva il gelataio allo stadio di Pistoia. In realtà Luis Silvio chiuderà la sua carriera nelle serie minori brasiliane alla fine degli anni '80. Ma è soltanto il capostipite di una generazione di calciatori "incompresi".

Altro esponente di spicco è l'attaccante inglese Luther Blissett, arrivato al Milan nella stagione 1983/84 con la promessa di fare almeno 20 gol, ne realizzò 5 in 30 partite ed almeno il doppio falliti clamorosamente. Per non parlare di Jorge Caraballo, giunto al Pisa nel 1982 dove si era presentato come il nuovo Schiaffino: disputò 7 gare che la dirigenza toscana bollò come "oscene", dando luogo agli sfottò della Curva ("Caraballo, gioha bene nell'intervallo", il più famoso).

Leggenda non confermata vuole che oggi faccia il tassista a Montevideo. Sempre lo stesso anno, l'Avellino acquista l'attaccante danese Soren Skov ma l'unica a lasciare il segno sarà la bella consorte seduta in tribuna allo stadio "Partenio", diventata idolo dei tifosi per ben altre doti. La lista è lunghissima, ne citiamo alcuni rappresentanti come l'ivoriano Francois Zahoui (Ascoli), primo africano nel campionato italiano, oppure il presunto bomber greco Nikos Anastopoulos (Avellino), i brasiliano Luis Carlos Toffoli (Lecce), Pedrinho e Luvanor (entrambi al Catania), l'austriaco Hans-Dieter Mirnegg (Como), il rumeno Viorel Nastase (Catanzaro) ed il finlandese Mika Aaltonen (Inter).

Citazione a parte per Hugo Maradona (Napoli-Ascoli), fratellino poco talentuoso del Pibe de oro.

Campioni che hanno fallito

Eppure in Italia hanno fallito anche campioni affermati come Socrates, una stagione impalpabile alla Fiorentina (1984/85) con poca voglia di integrarsi e tanta 'saudade' del suo Brasile. Incredibile anche il rendimento scadente del gallese Ian Rush, bomber implacabile al Liverpool e solo l'ombra di se stesso alla Juventus nella stagione 1987/88. Il 'cobra' macedone Darko Pancev aveva vinto tutto con la Stella Rossa segnando gol a grappoli, arriva all'Inter nell'estate del 1992 e sarà trasformato nel 'ramarro', idolo della trasmissione satirica "Mai dire gol" della Gialappa's.

Inatteso anche il fallimento in nerazzuro di Dennis Bergkamp, in realtà il biennio all'Inter (dal '93 al '95) sarà l'unico sottotono della sua straordinaria parabola calcistica che lo vedrà protagonista con la Nazionale olandese e con l'Arsenal in Premier League. Infine Hristo Stoichkov, Pallone d'oro nel 1994 e grande protagonista nel Barcellona, dove compone un tandem avanzato da sogno con Romario, oltre che trascinatore della Bulgaria allo storico quarto del Mondiale statunitense del '94. Al Parma, nella stagione 1995/96, disputa la peggior annata della sua luminosa carriera (appena 5 gol in 23 presenze), complici anche i continui guai fisici.