Se sul terreno di gioco la Juventus di Massimiliano Allegri continua a macinare punti e prestazioni convincenti, con il "Triplete" nel mirino, fuori dal campo il club bianconero deve fare i conti con una vicenda la cui gravità sembra venire a galla ogni giorno di più. Il riferimento è ai presunti rapporti tra i vertici del club bianconero e membri della 'Ndrangheta nella compravendita dei biglietti dello Juventus Stadium. La scorsa settimana per il numero uno del club campione d'Italia è arrivato il deferimento da parte del procuratore generale della Figc, Giuseppe Pecoraro, per "la violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità e dell’obbligo di osservanza delle norme e degli atti federali di cui all’art.1 bis, comma 1, del Codice di Giustizia Sportiva e dell’art.
12, commi 1, 2, 3 e 9 stesso Codice". Di fronte alle accuse pesanti lanciate da Pecoraro, la linea difensiva della Juventus e di Andrea agnelli in particolare, è stata molto chiara: secondo quanto riferito dall'avvocato Chiappero infatti, nè il Presidente del club bianconero, nè nessun altro dipende del club, era mai stato a conoscenza del fatto che Dominello - esponente del tifo bianconero con il quale si sarebbero tenuti gli incontri - avesse rapporti diretti con la N'Drangheta.
Le intercettazioni smentiscono Agnelli: Juventus nei guai
Nella giornata di oggi però, l'"Huffington post", ha pubblicato delle intercettazioni che sembrano smentire clamorosamente la tesi difensiva della Juventus, inguaiando sia il Presidente Andrea Agnelli, sia il club bianconero.
Nei documenti relativi al deferimento - ancora secretati, ma in possesso dell'Huffington post - il Procuratore federale ha allegato la seguente intercettazione, nella quale Agnelli è a colloquio con il responsabile sicurezza del club bianconero, Alessandro D’Angelo, nella quale si parla chiaramente di un incontro tra Agnelli, Dominello e altri ultrà presso la Lamse SpS, holding controllata dallo stesso Agnelli: "So che erano lì…io ogni volta che li vedevo, quando li vedevo a gruppi facevo scrivere sempre le cose sui fogli, perché nella mia testa era per dargli importanza che scrivevo quello che dicevano.
Loro comprano quello che devono comprare, a noi ci pagan subito e poi gestiscono loro!”. Pecoraro poi cita anche un'altra intercettazione, forse quella decisiva per smentire la tesi secondo la quale Agnelli non fosse a conoscenza che i membri del tifo con i quali si confrontava fossero legati a cosche calabresi: "Il problema è che questo – dice Agnelli facendo riferimento al capo ultrà Loris Grancini – ha ucciso gente”.
Con D’Angelo che replica: "Ha mandato a uccidere”. E' chiaro come un'intercettazione del genere riesca a svelare oltre ogni ragionevole dubbio come Andrea Agnelli e i vertici della Juventus fossero a conoscenza della reale identità delle persone con le quali avevano intrattenuto dei colloqui. Dunque la tesi difensiva del Presidente bianconero e della Juventus sembra essere stata pesantemente messa in discussione, con la posizione della dirigenza del club campione d'Italia che pare complicarsi ogni giorno di più.