29 gare, 53 punti, 16esimo successo con 42 gol fatti e 32 subiti. Soltanto a due lunghezze dalle più attrezzate Inter e Lazio. Considerando i prossimi turni (sulla carta favorevoli), il Milan del sempre più acclamato Vincenzo Montella, dopo la vittoria di ieri sera contro il Genoa, pare lanciato in pieno verso il tanto sospirato posto in Europa, obbiettivo proclamato a inizio stagione. Orfano di cinque pezzi da novanta della rosa: Romagnoli, Abate, Bacca, Suso e Bonaventura, è stato il solito Milan compatto, concentrato, volenteroso, capace di portare a casa un successo preziosissimo contro un avversario, bisogna ammetterlo, non certamente brillante, ma anzi in grosso calo rispetto a quanto di buono mostrato nel girone di andata.

Torna a sorridere la squadra di via Aldo Rossi e si riporta, momentaneamente al sesto posto, ultimo valido per l'Europa League.

Montella: lo chef stellato di un ristorante non da Guida Michelin

Al costo di cadere in frasi fatte, è doveroso rammentare quanto questo Milan stia dimostrando come il gruppo e l'unione di intenti possa, alla lunga, fare la differenza. Montella, intendiamoci, sta cucinando un piatto alla Carlo Cracco con ingredienti comprati al discount, eccetto alcuni elementi di sicuro valore. Mentre infuria il caos e si preannuncia un nuovo rinvio del closing (forse a Maggio), il signor Montella, zitto zitto, macina punti ed è in piena corsa per entrare in Europa League, potrebbe farlo anche senza preliminari.

La differenza lampante rispetto alla passata stagione è l'entusiasmo ma soprattutto la fiducia che ciascun giocatore è riuscito ad assimilare; l'ex allenatore di Samp e Fiorentina è riuscito a impastare tanti e piccoli ingredienti diversi, fino a creare una squadra con la S maiuscola. Una squadra che, in queste 29 giornate non ha mai sfigurato, anche nelle sconfitte ha sempre dato l'impressione di esserci, di non subire passivamente ma di lottare e crederci fino all'ultimo pallone.

Un gruppo di giovani con il giusto pizzico di sfrontatezza ma che, grazie a Montella, ha sempre mostrato equilibrio, saggezza e umiltà nell'affrontare gli avversari. Un esempio su tutti: Gerard Deulofeu. Questo ragazzo corre come un forsennato su e giù per la fascia dal primo al novantesimo minuto; il Milan di Montella è soprattutto questo, niente trucco e niente inganno, niente pozioni magiche ma tantissima volontà e un ambiente che è riuscito grazie al tecnico campano ad isolarsi per vivere una stagione serena, con il campo come unico focus.

La vittoria di ieri sera nel segno di Mati Fernandez, voluto fortemente da Montella, è emblematica di come tutti i componenti della rosa siano coinvolti nel progetto tecnico, a prescindere dai minuti giocati, chiunque venga chiamato in causa risponde presente.

Pescara, Palermo e poi il Derby

Calendario invitante per i rossoneri. Domenica trasferta in casa del già retrocesso Pescara (non ancora matematicamente per la cronaca). Poi Palermo a Milano. Ovvio, nel calcio di scontato non c'è nulla ma prevedere bottino pieno in queste due gare non è cosi assurdo. Poi il Derby della madonnina. Con il pari a Torino di ieri e in attesa del risultato di Empoli - Napoli, l'Inter di Pioli potrebbe aver detto definitivamente addio alle speranze di acciuffare il terzo posto; il derby di conseguenza potrà essere decisivo per un posto in Europa League senza passare dai preliminari.

il 15 di Aprile alle 12.30, la distanza tra le due milanesi potrebbe la medesima di oggi, con il Milan dietro 2 lunghezze. Oltre al piacere di portarsi a casa la stracittadina, sarà partita vera e seriamente decisiva, sarà derby vero, sarà Inter contro Milan per la 218esima volta.