Fino a tre giorni prima della data fatidica, il closing della società rossonera era dato per scontato, tutto sembrava già fatto. Erano già state fissate le date per le assemblee dei soci previste il 1° e il 3 di marzo, e quella della conferenza stampa del sabato per illustrare il percorso della cordata cinese e della sua composizione. Come ogni soap opera che si rispetti però, anche questa nell'ambito calcistico, riserva l'ennesimo colpo di scena. Un colpo di scena che a differenza del mondo delle soap non tiene alta l'attenzione degli spettatori, ma alza notevolmente la tensione dei tifosi e degli azionisti Fininvest.

Nessuna bufala. Sicuramente non si può parlare di "bufala cinese" per almeno un paio di ragioni; la prima ragione, è che Ses ha versato nelle casse di Fininvest 200 milioni di euro non più esigibili a titolo di caparra, 200 milioni che diventeranno 300, se come sembra verrà ufficializzato in settimana il rinvio a fine marzo del Closing. Trecento milioni di euro incassati dalla società milanese non sono certo una bufala, e provenienza a parte, considerando che ci sono organi preposti alle specifiche verifiche, questo è un fatto acclarato. La seconda ragione, riguarda la provenienza dei fondi per l'acquisizione della società di via Rossi. Come sappiamo, le autorità cinesi non hanno concesso le autorizzazioni per esportare i capitali necessari all'operazione, ragion per cui, le risorse provengono da altre regioni e non dalla Cina.

Parlare quindi di "bufala cinese" è quantomeno errato. Certo cinesi sono le mani che muovono i capitali, ma difficile stabilire il portafogli dal quale provengono. E' lecito pertanto avere dubbi sui componenti della cordata questo si, ma non sui movimenti finanziari, poiché questi sono reali e portano denaro fresco nelle casse di chi li riceve.

Mancano 120 milioni all'appello. Nelle ultime ore rimbalzano insistentemente notizie riguardanti un paio di componenti della cordata che si sarebbero sfilati dall'affare aprendo un buco che oscillerebbe tra i 120 e i 160 milioni di euro mettendo in crisi l'intera operazione. Sino Europe Sport spera evidentemente di recuperare le cifre mancanti che restano pesanti, coinvolgendo altri soci che sopperiscano alla falla che si è creata.

Il tempo però stringe e per convincere Fininvest ha offerto un ulteriore caparra di 100 milioni. Questo allontana momentaneamente il closing, ma la sensazione è che siano 30 giorni decisivi. Berlusconi spazientito, lo ha dichiarato apertamente: "O i soldi, o mi riprendo il Milan."

Strategia e astuzia. Al netto delle considerazioni sui flussi di danaro sopra descritti, guardiamo la faccenda da un'altra ottica. L'A.c Milan ha un passivo pari a 220 milioni di Euro. Berlusconi mette in vendita la società, e lo fa caricando la situazione debitoria sugli investitori; in questo caso la cordata cinese. Nella stesura del contratto, inserisce delle penali inesigibili in caso di inadempienza. I fatti oggi, ci dicono che il Milan ha incassato o incasserà la prossima settimana, un totale di 300 milioni di euro.

Con 220 milioni, la società di via Rossi appiana il passivo, e ne incassa almeno 70 da impiegare nella gestione della squadra.

Europa league ampiamente alla portata. In caso di rinuncia al closing della Ses, il Milan senza problemi avrebbe risolto buona parte degli intoppi finanziari regolarizzando la sua posizione. Nel frattempo i rossoneri stanno disputando un buon campionato con ottime possibilità di qualificazione per l'Europa League, che comunque porterebbe denaro nelle casse societarie. La squadra rossonera, non è poi cosi scarsa; negli ultimi 4 confronti con la Juventus, ha sempre ben figurato battendola anche in almeno due occasioni. Berlusconi ha creato una squadra giovane, con un ottimo potenziale italiano.

Donnarumma, Locatelli, De Sciglio, solo per citarne alcuni. Con un paio di innesti, il Milan tornerebbe molto competitivo. In caso di mancato closing, sarebbe davvero il disastro che vorrebbero farci credere?