Enrico Preziosi rompe il silenzio in casa Genoa e risponde al durissimo comunicato pubblicato dalla tifoseria organizzata nei suoi confronti: "Contestare i giocatori non penso sia la scelta migliore in questo momento. Prendersela con il sottoscritto non è un problema, evidentemente non sanno i sacrifici che ha fatto la mia famiglia".

Il presidente difende la squadra

Preziosi si prende le responsabilità della crisi, pur non capendo i motivi della protesta: "Io affronto chiunque molto volentieri, io sono disposto a non essere di intralcio per il futuro.

Ho fatto il possibile per questo club, ma non possiamo distruggere dieci anni assieme".

Le plusvalenze sono una risorsa fondamentale per la vita della società: "Se siamo qui è anche grazie alle plusvalenze. Certi aggettivi bisognerebbe darli ad una parte della tifoseria. Il Genoa ha la sua storia, io la rispetto e accetto persino di fare cento passi indietro, ma bisogna farlo in sicurezza".

Il presidente dei rossoblu spiega i motivi che lo hanno tenuto lontano dallo stadio: "Non vengo da Genoa-Crotone. A me non sembra normale che la squadra dovrà allontanarsi da Pegli per via della contestazione. Probabilmente faccio il mio mestiere malissimo, ma è una vergogna quello che sta succedendo". L'imprenditore irpino dice di non veder l'ora di disintossicarsi dal calcio: "Abbiamo avuto tanti avventurieri nel calcio, persone serie per il Genoa non ne abbiamo trovate".

Quale futuro per il club?

Il massimo dirigente rossoblu sembra molto infastidito dal clima che si è creato in città: "Annunceremo le cose opportune al momento giusto, il problema non sono io. A cosa serve questa contestazione? Se i tifosi hanno un'alternativa al sottoscritto me la presentino, mi farò da parte un minuto dopo".

Pinuccio Brenzini domanda al presidente se, in mancanza di eventuali compratori, pensa di riuscire a riconquistare la fiducia dei tifosi per la prossima stagione: "Mi darò da fare per risolvere il problema. Mi serve tempo. Al momento possiamo perdere solo ciò che possiamo investire. Non penso che i tifosi abbiano contributo a risanare le finanze.

L'entusiasmo? Dopo tutti questi anni posso pensare di farmi da parte. Non sono l'uomo giusto evidentemente, ma fino a quando sarò qua difenderò questa categoria".

Infine una promessa: "Chiedo un armistizio, non con me, con la squadra. Ricambierò il favore andando via". Game over?