Carlo Tavecchio, appena rieletto alla presidenza della FIGC, sta pensando ad una nuova riforma dei campionati italiani che possa garantire un 'sistema calcio' autosostenibile e che scongiuri il fenomeno dei fallimenti che in questi ultimi anni ha raggiunto livelli preoccupanti.
Dunque campionati più bloccati: una Seria A a 20 squadre ma con solo due retrocessioni e una Serie B che scende a 20 squadre e che prevede 2 promozioni e solo tre retrocessioni. La Lega Pro andrebbe invece ad affrontare l'ennesima modifica strutturale. Dalle 60 squadre attuali si passerà a soli 40 club.
Meno di 10 anni fa, nel 2009/10, la Serie C contava 36 squadre in Serie C1 e 54 in Serie C2, per un totale di ben 90 squadre. Oggi con la Lega Pro le squadre sono diventate 60, ma i continui fallimenti e le difficoltà di gestione stanno facendo pensare ad un'ulteriore, drastica riduzione.
Nuova legge sulla mutualità
Il presidente della FIGC sta ridisegnando le strutture dei campionati anche in vista del nuovo sistema di distribuzione dei soldi della mutualità. Fino ad oggi infatti, grazie alla Legge Melandri, il 10% dei ricavi della vendita dei diritti TV veniva assegnato alle società di Serie B e Lega Pro. Di questa somma (si parla di circa 300 milioni di euro nel triennio 2015/18), il 4% era a titolo di rimborso per spese relative all'impianto sportivo o alle giovanili, mentre il 6% poteva essere utilizzato per coprire i costi di gestione.
Ma con le nuove regole cambia tutto. Il 10% verrà suddiviso in questo modo: 6% alla Serie B, 2% alla Lega Pro, 1% alla Lega Nazionale Dilettanti e il restante 1% rimarrà alla stessa Federcalcio. Ma la vera svolta sta nel fatto che i club non potranno utilizzare più queste risorse per coprire i costi di gestione, bensì saranno soldi utilizzabili solo ed esclusivamente per interventi sui settori giovanili e sugli impianti calcistici.
Va da se che, tutti i club più piccoli, che non hanno sufficienti introiti da biglietti e/o da sponsor, andranno incontro a serissimi problemi. La nuova legge sulla mutualità quindi, attuerà una sorta di 'selezione naturale' per la quale i club più piccoli saranno automaticamente destinati alle serie minori, in quanto non avranno materialmente i fondi per sostenere costi di gestione da Lega Pro o addirittura Serie B. E in quest'ottica l'ennesimo spopolamento della terza serie sarà automatico. Con buona pace di tifosi e addetti ai lavori.