Ha ragione Massimiliano Allegri, intervenuto su Premium Sport al termine della gara pareggiata al San Paolo tra Napoli e Juve, i campionati, soprattutto in Italia, passano da partite come queste. Partite in cui un Juve non brillantissima, e a cui mancavano diversi elementi importanti, vedi Dybala entrato solo sul finire della gara, ha gestito tutto alla perfezione. Facendo quello che le riesce meglio: difendere.

I più spocchiosi magari storceranno il naso, ma la verità è che alla fine dell’anno i punti come quello conquistato col Napoli pesano come macigni.

“La squadra – ha detto Allegri – ha cominciato bene, ma una volta in vantaggio abbiamo smesso di giocare, i campionati si vincono anche così, portando a casa punti importanti”.

Calma e gesso, dunque, per tutti i 90 minuti. Una forza, quella bianconera, di straordinaria normalità, che le permetterà di vincere l’ennesimo scudetto consecutivo, e nemmeno l’ultimo se le altre non si danno una svegliata. Sei punti sono tanti, tantissimi, e Allegri, che magari a parole proporrà la storia della matematica che non permette ancora di festeggiare, per non fare allentare la tensione, ma che in realtà sa che nemmeno un suicidio sportivo potrebbe levare il tricolore dal petto dei bianconeri.

Una Juve, della quale, anche quest’anno magari non ricorderemo partite nelle quali il dominio è stato netto e inequivocabile, ma che punta sul gruppo, sulla tattica, sulla qualità e sulla consapevolezza di un gruppo.

Vincente.

Il Napoli – Il discorso si ribalta se invece si analizza l’undici di Sarri. Una squadra vera solo se gioca mille all’ora, che deve spendere tante energie, anche troppe per arrivare al goal,mentre in certi casi è necessario più cinismo, perché in determinate sfide essere belli non basta, bisogna praticare un calcio meno spettacolare ma pratico.

Più “cattivo”.

Un difetto che la accomuna alla Roma, costrette sempre a tenere ritmi alti, e contro certi avversari faticano. La bravura della Juve sta nel vincere partite sporche, anche che non giocando un grande calcio, grazie alla solidità difensiva.

Il Napoli, la Roma e tutte le altre dovrebbero prendere nota. Anche Sarri, che ormai vede solo la soluzione con Mertens punta centrale, quando ogni tanto si potrebbe anche mettere una torre e giocare palla alta, soprattutto se in rosa hai gente come Milik e Pavoletti.

E serve più personalità.

Forse aveva ragione De Laurentis, quando sbottò subito dopo l’andata della sfida al Real Madrid. Anche stasera ai partenopei è sembrata mancare la cazzimma napoletana, l'unico che ha dimostrato di averla è stato sempre il napoletano Insigne, troppo impreciso però e bene ingabbiato nella ragnatela tattica della Juve, e forse Jorginho. Tutti bloccati, quasi a sentirsi inadeguati, davanti ad un altro mostro sacro: prima il Real, ora la Juve. Tanti passaggi indietro, poca iniziativa e pochi spunti personali, anche dopo il pareggio, senza riuscire a fare esplodere mai completamente la furia agonistica messa in campo invece in sfide contro avversarie di minore caratura.