Ripartire non sarà facile per l’Inter: in quattro gare si è passati dalla corsa per la Champions League ad essere fuori da tutto. Facile intuire come l’atmosfera ad Appiano non sia delle migliori, ma Stefano Pioli non si sottrae al fuoco di fila delle domande dei giornalisti. Spiega come in questi giorni abbiano lavorato “per togliere l’amaro in bocca che il match col Milan ha lasciato, per ritornare alla vittoria e rivedere in campo prestazioni degne”. Ma cosa è accaduto nel secondo tempo del derby? “Non ha funzionato la gestione della palla, con troppi errori banali e un numero eccessivo di ripartenze concesse agli avversari – spiega il mister – e poi ci sono stati quei due gol su palle inattive negli ultimi 10 minuti che hanno pregiudicato il risultato finale”.

In pratica la squadra “non è stata in grado di rimanere con la giusta concentrazione per tutti i 95 minuti della partita”. Sono sbagli che “si pagano a caro prezzo, portando a non vincere gare nelle quali si sarebbero meritati i tre punti”.

Si guarda al futuro

Ma Pioli non vuole pensare più di tanto al passato, anche perché “nell’arco della stagione possono esserci dei momenti di calo fisiologico” con errori mai visti prima. Così il mister guarda al futuro con sei incontri da giocare, determinanti per i bilanci di fine stagione: “Se il campionato terminasse oggi, nessuno di noi sarebbe soddisfatto, ma avendo un obiettivo importante da conquistare come il posto in Europa League, a cui la società tiene molto, ci sono forti motivazioni”.

Il calendario non è facile, ma c’è voglia di dimostrare che la posizione attuale in classifica non rispecchia i valori in campo.

La lotta per l’Europa League

I pochi punti di distacco dalle concorrenti lasciano ben sperare Pioli: “Non uscire con una vittoria da Firenze, così come per le altre partite, significherebbe allontanarci sempre più dall’Europa League, ma possiamo ancora farcela perché ci dividono solo cinque punti dalla quarta in classifica, la Lazio, con cui dobbiamo ancora giocare lo scontro diretto”.

Nonostante la battuta d’arresto non sono previsti grossi cambi: “Lavoro tutte le settimane per cercare di schierare la squadra migliore, ma non mi faccio condizionare dal risultato, quanto piuttosto dalla prestazione dei singoli e dalle alternative; se dovessi andare avanti così è solo perché questa formazione mi dà più affidabilità, più garanzie; potrei anche cambiare uno o due giocatori, ma credo che sia giusto insistere così”.

Panchina a rischio?

Pioli ripete, a chi gli chiede notizie sull’anno prossimo, che non vuole pensare al futuro: “L’operato di una società si valuta nei momenti delicati della stagione; quindi posso dirvi che sono fortunato perché ho grande sostegno e supporto”. Tuttavia non si fa illusioni perché “il nostro lavoro è legato ai risultati”. Il mister ricorda che la Fiorentina è la squadra dove ha giocato più a lungo, “per sei anni, con soddisfazioni e delusioni, come la retrocessione”. Si parla addirittura di una possibile stagione da allenatore dei viola per l’anno prossimo, ma il mister non vuole sentirne parlare e ritorna sulla gara: “A Firenze hanno perso Juve e Roma, mentre Milan, Napoli e Atalanta hanno pareggiato; serviranno fatti, non parole”.