Massimo moratti ha già provato sulla propria pelle cosa significhi non essere più il numero uno della sua amata squadra, l'Inter. Accadde il 15 novembre del 2013, con il passaggio della maggioranza delle quote nerazzurre in mano ad Erick Thohir: da allora per la Milano calcistica è iniziata una fase importante di cambiamento, conclusasi proprio ieri con la cessione del Milan da Silvio berlusconi a Yonghong Li. Ecco forse perchè l'ex patron del club di Corso Vittorio Emanuele è la persona più indicata per spiegare questo tipo di passaggio di consegne: "Si chiude un'epoca molto importante.
Dolore per l'addio? Rimane nostalgia - ha proseguito - per non decidere cose che erano la disperazione di tutti o il piacere di tutti, era adrenalina, tutto quello che fa parte di una posizione socialmente così importante come quella di un responsabile di una squadra di calcio".
Un rivoluzionario
Moratti ha parlato molto bene di Berlusconi, definendolo "un rivoluzionario, che ha portato entusiasmo nel mondo del calcio e ha creato novità. E' stato un protagonista per tutto questo tempo". Insieme hanno attraversato una fase storica del calcio italiano, anche se l'ex presidente dell'Inter è arrivato sulla scena nove anni dopo l'ex patron rossonero. Tanti i derby vissuti l'uno contro l'altro, tra cui anche una doppia sfida di Champions League nel 2002/03 e nel 2004/05.
'Ecco cosa gli ho invidiato'
Elegante e sincero come sempre, Moratti ha confessato di aver invidiato alcuni giocatori allo storico rivale: "Gli ho invidiato Van Basten, anche se non ero ancora presidente, e Shevchenko, che ci ha dato molto fastidio. Anche Maldini, Costacurta: lì aveva trovato un gruppo che fu utile per costruire un Milan fortissimo".
Fa specie dunque pensare al derby di domani a mezzogiorno e mezzo, in cui mancheranno definitivamente i due storici patron. I tempi cambiano, adesso Inter e Milan possono guardare con più ottimismo al futuro e forse colmare il famoso gap con la Juventus, anche se la strada per entrambe le società è lunga. Tuttavia i tifosi avvertono un senso di malinconia per ciò che è stato e che non sarà più, almeno per i prossimi anni: ritrovare due presidenti del calibro di Berlusconi e Moratti sarà difficile, anche per la passione ed il coinvolgimento sentimentale che avevano nei confronti delle rispettive creature. Il derby di domani segna dunque uno spartiacque tra il passato, glorioso per entrambi, ed il futuro, ancora tutto da scrivere.