Ennesimo colpo di scena in casa Inter: a tre giornate dalla fine del campionato, la società nerazzurra ha dato il benservito a Stefano Pioli e ha riportato in prima squadra Stefano Vecchi.
Inter: via Pioli, ritorna il traghettatore Stefano Vecchi
Il tecnico della Primavera nerazzurra aveva già fatto da traghettatore prima dell'arrivo di Pioli per una giornata di campionato (vittoria per 3-0 sul Crotone) e una in Europa League (ko col Southampton). Dopo aver accarezzato il sogno di agganciare il terzo posto, l'Inter è precipitata in una crisi inimmaginabile che ha spinto la squadra nerazzurra fuori dall'Europa League e che ha portato la dirigenza ad un nuovo cambio tecnico.
Vecchi dovrà provare l'impresa di riconquistare il sesto posto che varrebbe i preliminari di Europa League e, soprattutto, di ridare una dignità ad una squadra contestata, nell'ultimo periodo, dai propri tifosi. Il lavoro dell'ex tecnico del Carpi sarà a termine: a giugno Vecchi lascerà l'Inter ad un nuovo allenatore
Rivoluzione Suning: arriva anche Sabatini, con lui anche Spalletti?
Suning vuole, infatti, un nome forte, ma le piste che portano a Diego Pablo Simeone e ad Antonio Conte restano molto difficili. Sarà probabilmente il nuovo direttore tecnico, Walter Sabatini, a decidere l'allenatore per la prossima stagione: il nome più caldo di queste ore è quello di Luciano Spalletti. I due avevano già lavorato insieme a Roma.
Non è da escludere nemmeno la pista Rudi Garcia, tecnico dell'Olympique Marsiglia e anche lui ex giallorosso. Non si escludono altri outsiders da qui a giugno. L'altra novità clamorosa in casa nerazzurra, come detto, è l'arrivo di Sabatini: il suo ruolo potrebbe coinvolgere altri club del gruppo Suning. Per quanto riguarda gli affari nerazzurri, resta da capire quale ruolo avrà il ds Piero Ausilio che ha da poco rinnovato con l'Inter per altri tre anni.
Riusciranno a coesistere i due? Già ieri si mormora che l'attuale direttore sportivo avesse chiesto alla società di proseguire con Pioli fino alla fine della stagione, ma è rimasto inascoltato. Un po' come quando ad inizio stagione cercò di spingere per portare subito a Milano un tecnico italiano al posto di Mancini, ma la proprietà gli preferì De Boer.
Nel mezzo di queste incomprensioni, c'è un'Inter che appare ritornata ai tempi della prima era Moratti: tanti allenatori cambiati, molti giocatori sopravvalutati in rosa, troppi soldi spesi e la rabbia dei tifosi che non riescono a rivedere la squadra ai vertici del calcio italiano.