Il mercato è cominciato da appena una settimana, almeno in via ufficiale. Eppure, se per più di qualche squadra è già a buon punto, per altre deve ancora cominciare e, per altre ancora, è quasi finito. Quando mancano ancora 40 giorni al via del campionato le gerarchie della nuova Serie A sono fatalmente in costruzione, ma mentre come ogni estate ci si dibatte tra colpi annunciati e poi sfumati, altri concretizzati a sorpresa e i soliti weekend di attesa, la sensazione è che mai come quest’anno le 20 future protagoniste del campionato viaggino su binari paralleli e per questo destinati a non incrociarsi mai.
Milan e altre due ai dettagli
Si prenda il già analizzato caso del Milan, che ha approcciato l’estate con il piglio giusto e fin inatteso: 7 acquisti più un altro paio in arrivo, Biglia e uno tra Aubameyang e Kalinic, permetteranno a Montella di avere la rosa pressoché al completo già in vista dei preliminari di Europa League, ma soprattutto nell’ottica della lunga preparazione atletica e tecnica a una stagione che vedrà l’obiettivo del ritorno in Champions come unico traguardo possibile.
I rossoneri però non sono gli unici ad aver già quasi esaurito l’estate di lavoro 'mercataro'. Formazioni come Bologna e Cagliari hanno infatti già quasi ultimato i lavori, in ampio e soddisfacente anticipo: reduci da annate piuttosto anonime, le due formazioni rossoblu hanno rinforzato i reparti che più avevano bisogno di ritocchi, quindi la difesa, lasciando inalterato un potenziale offensivo che in realtà nello scorso campionato ha dato risultati opposti, sterili per il Bologna, esplosivi per i sardi, salvatisi proprio grazie ai numeri del proprio attacco.
Neopromosse al lavoro
Stato dei lavori avanzato anche in casa Chievo, dove l’inevitabile ringiovanimento è cominciato con Garritano, che promette già di affermarsi tra i migliori giovani esordienti del campionato, e Rigione e proseguirà con altri colpi in attacco per supplire al mancato ritorno di Paloschi, che ha preferito dire sì alla Spal.
A proposito dei ferraresi, al netto delle violente quanto miopi discussione sui prezzi degli abbonamenti, la società si sta facendo trovare pronta: abbandonata la velleitaria vena autarchica, i primi acquisti sono stati di sostanza ed esperienza, indispensabili per mixare con successo il bagno di gioventù ed entusiasmo alla caccia di una salvezza che sarebbe comunque uno scudetto.
Per restare alle neopromosse, qualche ambizione in più ce l’hanno Benevento e Verona, dove però, complice anche la fine ritardata del campionato, serve molto di più di quanto è stato fatto, in particolare ai sanniti, che al momento hanno pescato solo tra i migliori elementi dell’ultima Serie B, mentre l’Hellas potrebbe fare leva su un tipo di gioco più adatto al massimo campionato anche con pochi innesti.
L'Atalanta non ridimensiona
Capitolo a parte l’Atalanta. Ripetersi sui livelli storici e del tutto inattesi della scorsa stagione sembra impossibile, non solo per la presenza dell’avventura europea, ma la sensazione è che la società stia gestendo al meglio la partenza dei big, che poi al momento sono solo due, Conti e Kessié: Spinazzola resterà, Gomez forse, ma intanto Castagne e Ilicic sono ottimi rinforzi.
Curiosità per il nuovo Sassuolo, per la solita Udinese dei pochi cambiamenti, per il Torino del 'vorrei, ma non posso' e per la Sampdoria che si prepara a stravolgere l’attacco, mentre il Genoa aspetta novità societarie e si prepara al solito ribaltone.
Ci sono grandi e grandi...
E le grandi? Il capitolo è lungo e ci fa ricollegare al discorso iniziale. Detto del Milan che è ai “dettagli”, in tanti devono ancora cominciare a lavorare, mentre altri sono ancora all’inizio. Al primo gruppo appartengono Fiorentina e Lazio, protagoniste al momento solo di cessioni e cenni di ridimensionamento, possibile in verità solo per la squadra di Inzaghi dopo l’ultimo campionato che per una Fiorentina chiamata quantomeno a vivere una dignitosa stagione di transizione fattibile magari proprio grazie alla partenza a fari spenti.
Il Napoli potrà accontentarsi di qualche ritocco (ma occhio alla gestione di Milik e al rischio “assuefazione” di Mertens come falso 9), mentre di Roma, Inter e Juventus si sa tutto. Luglio sarà il mese verità per le ambizioni dei giallorossi, chiamati a smentire l’apparente arretramento nella griglia causato dalle cessioni illustri e dalla crescita della concorrenza e per capire fino a dove i nerazzurri riusciranno a ridurre il gap dai bianconeri: il primo mercato dell’era Suning si scontrerà con l’ampio margine di vantaggio dei campioni d’Italia in termini di appeal più che economico, come confermato dal no di Vidal a Spalletti.